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152 | la cassaria. |
Così per pura sciocchezza verrebbono
Nostre trame scoperte, e guasterebbesi
Il tutto.
Trappola. Dunque non dir più.
Volpino. È una picciola
Porta fatta di nuovo.
Trappola. Io l’ho in memoria.
Erofilo.La donna della casa...
Trappola. Io ’l so.
Volpino. Si nomina
Lena: all’incontro è uno sporto.
Trappola. M’infracidi.
Erofilo.Or non gli dar più tante ciance. Andiamolo
Pur noi ad aspettar: non è possibile
Ch’egli erri.
Volpino. Come tu sia giunto al volgere
Del canto, fa che ti sentiamo: zufola,1
Chè ti verremo incontro.
Trappola. Ho la bocca arida
Così di sete, che mi fia difficile
A zufolar.
Volpino. Avrai da bere in copia.
Trappola.Vorrei già aver bevuto.
Volpino. Meglio, sobrio,
Avrai teco il cervello. Or va, ricordati
Ch’a far non hai con un sciocco: governati
Sì, che giuntati non siam noi, credendoci
Di giuntar lui. La cassa gli apri, e mostragli
Li filati, e poi ben serra, e riportaci
La chiave; e sappi dirci in quale camera
L’avrà posta, ch’a un tratto io possa mettervi
Su le mani.
Trappola. Io t’ho inteso; non mi rompere
Il capo più. Se a cena così prodigo
Sarai nel darmi ber, com’ora chiacchiare,
La cosa anderà gaja.2
Erofilo. Orsù lasciamolo;
E se per noi c’è da far altro, facciasi.