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186 la cassaria.

Stato,1 chè già ne sento i gridi. Debbelo
Aver trovato. Eccolo fuor. Dio ajutami.


SCENA VII.

CRISOBOLO, VOLPINO, TRAPPOLA.


Crisobolo.Dove credi fuggir? Sta saldo; fermati,
Viso di ladroncello. Donde toltami
Hai questa veste?
Volpino.                              (Che farai più, misero
E sciagurato Volpin?)
Crisobolo.                                   Tu debbi essere
Quell’uom dabbene, che ancora involatami
La cassa avevi.
Volpino.                           (Oh potess’io accostarmigli
All’orecchio! )
Crisobolo.                      Non ti farò rispondere,
Ribaldo truffatore? Olà, ajutatemi,
Chè non mi fugga. Finge non intendermi
Questo ghiotton, nè vuol parlar. O mutolo
È costui certo, o che si finge d’essere.
Volpino.(Non si potéa a sì improvviso infortunio
Trovar miglior riparo. Or di soccorrerlo
È tempo.) C’hai tu a far, patron, col mutolo?
Crisobolo.Ho ritrovato costui che vestitosi
Ha, come vedi, i miei panni.
Volpino.                                                  Chi diavolo
Gli ha dato la tua veste, e chi condottolo,
Ha in casa?
Crisobolo.                    Nè gli posso far rispondere
Una parola.
Volpino.                    E come, se gli è mutolo,
Vuoi tu che ti risponda?
Crisobolo.                                        È costui mutolo?
Volpino.E che? non lo conosci tu?
Crisobolo.                                            Vedutolo
Non ho mai più.
Volpino.                            Tu non conosci il mutolo


  1. Così leggono il Barotti, il Pezzana ed il Molini. Nelle stampe più antiche, e meno chiaramente, per qualunque puntuazione si usi: Che tardi, e ben ch’io sarò stato a giungere Tardi.