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Pagina:Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu/366

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356 il negromante.

Balia.                              Oh! sei stata sollecita
Molto a venir per lei.
Margar.                                   La nostra Emilia
Che fa?
Balia.             Pur dianzi si serraro in camera
Ella e la madre, ed è con esse un medico
Che ci venne oggi forestiero e parlano
Di segreto.
Margar.                 Io venía con desiderio
Di stare un pezzo pur con lei.
Balia.                                                  Mal copia
Oggi ne avrai, chè tutta è malinconica.
Margar.Che l’è accaduto?
Balia.                                Quel ch’avea la misera
Da aspettar meno. Che nasca una fistola1
A chi mai fece questo sposalizio!
Margar.Ognun sì lo lodava da principio
Per un partito de’ miglior che fossino
In questa terra.
Balia.                          Dar non la potevano,
Margarita mia, peggio.
Margar.                                      È pur bel giovane.
Balia.Altro bisogna.
Margar.                         Intendo ch’è ricchissimo.
Balia.Bisogna anch’altro.
Margar.                                Debbe esser spiacevole?
Ma non stia in punta2 e giostri di superbia
Con esso lui.
Balia.                      Deh, non temer che giostrino,
Chè la lancia è spuntata e trista e debole.
Margar.Dunque non le fa il debito egli?
Balia.                                                    Il debito, eh?
Margar.Che! non può?
Balia.                         La infelice è così vergine
Come era innanzi questo sposalizio.
Margar.Uh, che disgrazia!
Balia.                                È ben una disgrazia
Delle maggiori ch’aver possa femmina.


  1. Di questa frase imprecativa può vedersi la nota 1 a pag. 345.
  2. Non mettasi a far punta (o puntaglia), cioè a resistergli. Modo non registrato; ma però molto rassomigliante a quello che la Crusca propone senza esempî: Star punta punta.