Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/116

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 [47]
Comincia l’Eremita a confortarla
     Con alquante ragion belle e diuote:
     E pon laudaci man mentre che parla:
     Hor per lo ſeno: hor per l’humide gote,
     Poi piú ſicuro va per abbracciarla,
     Et ella ſdegnoſetta lo percuote
     Con vna man nel petto e lo riſpinge
     E d’honeſto roſſor tutta ſi tinge.

 [48]
Egli ch’allato haueavna taſcha, aprilla,
     E traſſene vna ampolla di liquore
     E ne gliocchi poſſenti: onde sfauilla
     La piú cocente face e’ habbia Amore,
     Spruzzo di quel leggierméte vna ſtilla
     Che di farla dormire hebbe valore,
     Giá refupina ne l’arena giace
     A tutte voglie del vecchio rapace.

 [49]
Egli l’abbraccia: & a piacer la tocca
     Et ella dorme, e non può fare iſchermo
     Hor le bacia il bel petto: hora la bocca
     nò e ch’il veggia I ql loco aſpro & ermo
     Ma ne l’incotro il ſuo deſtrier trabocca,
     Ch’ai diſio no riſpóde il corpo inſermo,
     Era mal atto, perche hauea troppi anni,
     E potrá peggio, quanto piú l’affanni.

 [50]
Tutte le vie, tutti li modi tenta:
     Ma quel pigro rozzon non perho ſalta,
     Indarno il ſren gli ſcuote: e lo tormenta,
     E non può far che tenga la teſta alta:
     Al ſin preſſo alla donna s’addormenta
     E nuoua altra ſciagura ancho l’aſſalta:
     Nò comincia Fortúa mai per poco:
     Qn u mortai ſi piglia a ſcherno e a gioco

 [51]
Biſogna prima ch’io vi narri il caſo
     Ch’vn poco dal ſentier dritto mi torca,
     Nel mar di tramontana in ver l’occaſo
     Oltre l’Irlanda vna Iſola ſi corca
     Hebuda nominata, oue e rimaſo
     Il popul raro: poi che la brutta Orca
     E l’altro marin gregge la diſtruffe
     Ch’ in ſua vendetta Proteo vi conduſſe.

 [52]
Narran l’antique hiſtorie, o vere o falſe
     Che tene giá quel luogo vn re poſſente:
     C hebbe vna ſiglia in cui bellezza valſe
     E gratia ſi: che potè facilmente
     Poi che moſtroſſi in ſu l’arene falſe:
     Proteo laſciare in mezo l’acque ardente
     E quello (vn di che ſola ritrouolla)
     Compreffe, e di ſé grauida laſciolla.

 [53]
La coſa ſu grauiſſima e moleſta
     Al padre, piú d’ ogn’ altro empio efeuero
     Ne per iſcuſa, o per pietá: la teſta
     Le perdono: ſi può lo ſdegno fiero,
     Ne per vederla grauida ſi reſta
     Di ſubito eſequire il crudo impero,
     E ’l Nipotin che non hauea peccato
     Prima fece morir, che foſſe nato.

 [54]
Proteo marin che paſce il fiero armento
     Di Neptuno che l’onda tutta regge:
     Sente de la ſua donna aſpro tormento
     E per grand’ ira, rompe ordine e legge:
     Si che a mandare in terra non e lento
     L’Orch e le Phoche, e tutto il mari gregge
     Ch diſtruggò no ſol pecore e buoi
     Ma ville e borghi, e li cultori ſuoi.