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Giá in ogni parte, gli animanti laſſi
Dauan ripoſo a i trauagliati ſpirti:
Chi ſu le piume: e chi ſu i duri faſſi
E chi ſu P herbe: e chi ſu faggi o mirti
Tu le palpebre Orlando a pena abbaſſi
Punto da tuoi penſieri, acuti, & hirti
Ne quel ſi breue: e fuggitiuo ſonno
Godere in pace ancho laſciar ti ponno.
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Parea ad Orlando, s’ una verde riua
D’odoriferi fior tutta dipinta:
Mirare il bello auorio, e la natiua
Purpura e’ hauea Amor di ſua ma tinta:
E le due chiare ſtelle, onde nutriua
Ne le reti d’ amor P anima auinta,
Io parlo de begliocchi, e del bel volto,
Ch glihano il cor di mezo il petto tolto.
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Sètia il maggior piacer la maggior feſta
Che ſentir poſſa alcun felice amante,
Ma ecco intanto vſcire vna tempeſta
Che ſtruggea i fiori, & abbatea le piate,
Non ſé ne ſuol veder ſimile a queſta
Quado gioſtra Aqlone, Auſtro e leuate
Parea, che per trouar qualche coperto
Andaffe errando in van per vn deſerto.
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In tanto l’infelice (e non fa come)
Perde la donna ſua per l’aer ſoſco:
Onde di qua e di la del ſuo bel nome
Fa riſonare ogni campagna e boſco,
E mentre dice indarno: miſero me
Chi ha cangiata mia dolcezza in toſco,
Ode la donna ſua, che gli domanda
Piangendo aiuto, e ſé gli raccomanda.
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Onde par ch’eſca il grido, va veloce:
E quinci e quindi s’ affatica assai:
O quanto e il ſuo dolore aſpro & atroce
Che non può riuedere i dolci rai,
Ecco ch’altronde ode da vn’ altra voce
Non ſperar piú gioirne in terra mai,
A queſto horribil grido rifueglioffi
E tutto pien di lachryme trouoſſi.
[84]
Senza penſar che ſian P imagin falſe
Quando per tema, o per diſio ſi ſogna,
De la donzella per modo gli calſe
Che ſtimo giúta a dáno, od’ a vergogna,
Che ſulminando ſuor del letto falſe,
Di piaſtra e maglia, quanto gli biſogna
Tutto guarniffi, e Brigliadoro tolſe,
Ne di feudiero alcun ſeruigio volſe.
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E per potere entrare ogni ſentiero
Che la ſua dignitá macchia non pigli,
Non P honorata inſegna del quartiero
Diſtinta di color bianchi e vermigli:
Ma portar volſe vn’ ornamento nero
E ſorſè accio, ch’al ſuo dolor ſimigli,
E qllo hauea giatolto avno Amoſtante:
Ch’uccife di ſua man pochi anni inante.
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Da meza notte tacito ſi parte
E non ſaluta e nò fa motto al Zio,
Ne al ſido ſuo compagno Brandimarte,
Che tanto amar ſolea, pur dice a Dio,
Ma poi che ’l Sol co l’auree chiome ſparte
Del ricco Albergo di Tithoevſcio,
Et ſé l’ombra fugire humida e nera
S’auide il Re che ’l paladin non vera.