Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/145

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 [92]
E vide Hibernia fabuloſa, doue
     Il ſanto vecchiarel fece la caua:
     In che tanta merce par che ſi truoue,
     Ch lhuo vi purga ogni ſua colpa praua,
     Quidi poi fopra il mare il deſtrier muoue,
     La doue la minor Bretagna laua,
     E nel paſſar vide mirando a baffo
     Angelica legata al nudo ſaſſo.

 [93]
Al nudo ſaſſo, all’Iſola del pianto
     (Che l’Iſola del pianto era nomata
     Quella che da crudele, e ſiera tanto
     Et inhumana gente era habitata,
     Che (come io vi dicea fopra nel canto)
     Per varii liti ſparfa iua in armata,
     Tutte le belle donne depredando
     Per farne a u Moſtro poi cibo neſando.

 [94]
Vi ſu legata pur quella matina,
     Doue venia per trangugiarla viua
     Quel ſmiſurato moſtro Orca marina,
     Che di abhorreuole eſca ſi nutriua,
     Diſſi di fopra come ſu rapina
     Di quei che la trouaro in ſu la riua,
     Dormire al vecchio incantatore a canto
     Ch’ iui l’hauea tirata per incanto.

 [95]
La ſiera gente inhoſpitale e cruda
     Alla beſtia crudel nel lito eſpofe
     La belliſſima donna coſi ignuda
     Come Natura prima la compoſe,
     Vn velo non ha pure: in che richiuda
     I bianchi gigli: e le vermiglie roſe
     Da non cader p Luglio, o per Dicebre
     Di che ſon ſparfe le polite membre.

 [96]
Creduto hauria che foſſe ſtatua ſinta
     O d’Alabaſtro: o d’altri marmi illuſtri,
     Ruggiero, e ſu lo ſcoglio coſi auinta
     Per artificio di ſcultori induſtri,
     Se non vedea la lachryma diſtinta
     Tra freſche roſe, e candidi liguſtri
     Far rugiadoſe le crudette pome,
     Et l’aura fuentolar l’aurate chiome.

 [97]
E come ne begliocchi gliocchi affiffe
     De la ſua Bradamante gli ſouenne,
     Pietade e Amore a vn tempo Io traffiſſe,
     E di piangere a pena ſi ritenne,
     E dolcemente alla donzella diſſe
     (Poi che del ſuo deſtrier ſreno le pene)
     O donna degna ſol de la cathena
     Con chi i ſuoi ſerui Amor legati mena

 [98]
E ben di queſto, e d’ ogni male indegna:
     Chi e quel crudel che co voler puerſo,
     D’importuno liuor ſtringendo ſegna
     Di queſte belle man l’auorio terſo?
     Forza e ch’a quel parlare ella diuegna
     Quale e di granavn biaco auorio aſpfo
     Di ſé vedendo quelle parte ignude
     Ch’ anchor ch belle ſian, vergogna chiude

 [99]
E coperto con man s’haurebbe il volto
     Se non eran legate al duro ſaſſo,
     Ma del pianto ch’almen non l’era tolto
     Lo ſparfe: e ſi sforzo di tener baffo,
     E dopo alcun ſignozzi il parlar ſciolto
     Incomincio con ſioco ſuono e laſſo:
     Ma non ſegui che dentro il ſé reſtare
     Il gran rumor che ſi ſenti nel mare.