Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/156

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Le pruoue gli narro che tante volte
     Ella d’amarlo dimoſtrato hauea:
     Come i parenti e le fuſtantie tolte
     Le ſuro, e al ſin per lui morir volea,
     E ch’effo teſtimonio era di molte
     E renderne buon conto ne potea,
     Mentre parlaua i begliocchi ſereni
     De la Donna di lagrime eran pieni.

 [65]
Era il bel viſo ſuo quale eſſer ſuole
     Da prima vera alcunavolta il cielo:
     Qn la pioggia cade: e a vn tèpo il Sole
     Si ſgombra intorno il nubiloſo velo:
     E come il Roſignuol dolci carole
     Mena ne i rami alhor del verde ſtelo:
     Coſi alle belle lagrime le piume
     Si bagna Amore e gode al chiaro lume.

 [66]
E ne la face de begliocchi accende
     L’aurato ſtrale, e nel ruſcello amorza
     Che tra vermigli e bianchi fiori ſcende,
     E temprato che l’ha tira di ſorza
     Contra il garzon: che ne ſcudo difende
     Ne maglia doppia ne ferigna ſcorza:
     Clí metre ſta a mirar gliocchi e le chióe
     Si ſente il cor ferito e non fa come.

 [67]
Le bellezze d’Olympia eran di quelle,
     Ch ſon piú rare, e no la ſróte ſola
     Gliocchi, e le guade, e le chiome hauea
     La bocca, il naſo, gli homeri, e la gola:
     Ma diſcendendo giú da le mamelle
     Le parti che ſolea coprir la ſtola:
     Fur di tanta eſcellentia ch’anteporfe
     A quáte n’ hauea il mondo potean ſorſè.

 [68]
Vinceano di candor le nieui intatte,
     Et eran piú ch’auorio a toccar molli:
     Le poppe ritondette parean latte
     Ch ſuor de i giuchi allhora allhora tolli
     Spatio ſra lor tal diſcèdea: qual fatte
     Eſſer veggian ſra piccolini colli
     L’obroſe valli: I ſua ſtagione amene
     Che’l verno habbia di nieue allhora piene

 [69]
I rilettati ſianchi e le belle anche
     E netto piú che ſpecchio il ventre piano
     Pareano fatti: e qlle coſcie bianche
     Da Phidia atomo, o da piú dotta mano:
     Di quelle parti debboui dir anche
     Che pur celare ella bramaua in vano?
     Diro i ſomma ch’in lei dal capo al piede
     Quant’ eſſer può beltá tutta ſi vede.

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Se foſſe ſtata ne le valli Idee
     Viſta dal paſtor Phrigio: io nò ſo quato
     Vener ſé ben vincea quelle tre Dee
     Portato haueſſe di bellezza il vato
     Ne ſorſè ito faria ne le Amyclee
     Contrade eſſo a violar l’hoſpitio ſanto:
     Ma detto hauria co Menelao ti reſta
     Helena pur ch’altra io nò vo che qſta.

 [71]
E ſé foſſe coſtei ſtata a Crotone
     Quando Zeuſi l’imagine far volſe
     belle Che por douea nel tempio di Iunone:
     E tante belle nude inſieme accolſe:
     E che per vna farne in perfettione.
     Da chi vna parte, e da chi vn’ altra tolſe
     Non hauea da torre altra che coſtei
     Che tutte le bellezze erano in lei.