Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/181

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CANTO QVARTODECIMO



 [1]

N
Ei molti aſſalti, e ne i crudel còflitti

     C hamiti hauea con Fracia Africa e Spagna
     Morti erano inſiniti, e derelitti
     Al Lupo al Coruo all’Aquila griſtagna:
     E benché i Franchi foſſero piū afflitti
     Che tutta hauean perduta la campagna,
     Piū ſi doleano i Saracin, per molti
     Principi e gran baron ch’eran lor tolti.

 [2]
Hebbon vittorie coſi ſanguinoſe
     Che lor poco auanzo di che allegrarli:
     E ſé alle antique le moderne coſe
     Inuitto Alphonſo, denno aſſimigliarſi:
     La gran vittoria, onde alle virtuoſe
     Opere voſtre, può la gloria darſi,
     Di e’ hauer ſempre lachrymoſe ciglia
     Rauenna debbe, a queſte s’aſſimiglia.

 [3]
Quando cedendo Morini e Picardi
     L’efercito Normando, e l’Aquitano:
     Voi nel mezo affaliſte li ſtendardi
     Del quaſi vincitor nimico Hiſpano:
     Seguendo voi quei gioueni gagliardi
     Che meritar con valoroſa mano
     Quel di da voi per honorati doni
     L’elſe idorate e gl’indorati ſproni.

 [4]
Con ſi animoſi petti che vi ſoro
     Vicini, o poco lungi al gran periglio,
     Crollaſte ſi le ricche Giande d’Oro:
     Si rompeſte il baſto giallo e vermiglio,
     Ch’a voi ſi deue il triomphale alloro
     Che non ſu guaſto ne sfiorato il Giglio,
     D’un’altra fròde v’orna ācho la chioma
     l’hauer ſeruato il ſuo Fabritio a Roma.

 [5]
La gran Colonna del nome Romano
     Che voi prendeſte e che ſeruaſſe intera
     Vi da piū honor, che ſé di voſtra mano
     Foſſe caduta la militia ſiera
     Quata n’ingraſſa il campo Rauegnano:
     E quanta ſé n’andò ſenza bandiera
     D’Aragon di Caſtiglia, e di Nauarra
     Veduto non giouar ſpiedi ne carra.

 [6]
Quella vittoria ſu piū di conſorto
     Che d’allegrezza, perche troppo peſa
     Contra la gioia noſtra, il veder morto
     Il capitan di Francia, e de l’impreſa,
     E ſeco hauere vna procella abſorto
     Tanti principi illuſtri, ch’a difeſa
     De i regni lor, de i lor confederati
     Di qua da le fredd’Alpi eran paſſati.

 [7]
Noſtra ſalute, noſtra vita, in queſta
     Vittoria, ſuſcitata ſi conoſce,
     Che difende che’l verno, e la tempeſta
     Di Gioue irato, fopra noi non crofee,
     Ma ne goder potiam ne farne feſta
     Sentendo i gran ramarichi e l’angofee
     Ch’in veſte bruna e lachrimofa guada
     Le vedouelle fan per tutta Francia.