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E ſé queſto mi nieghi, io diro dunq3
Ch’in te non ſia la ſé di che ti vanti,
Ma che ſu ſol per crudeltá, qualunque
Volta hai ſprezzati i miei ſupplici pianti,
No per riſpetto alcií d’Argeo, quantúq?
M’hai qſto ſcudo ogn’ fiora oppoſto insti
Saria ſtato tra noi la coſa occulta
Ma di qui aperta inſamia mi riſulta.
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Non ſi conuien (diſſe Philadro) tale
Prologo a me per Argeo mio diſpoſto,
Narrami pur quel ch tu vuoi, che quale
Sempre ſui, di ſemp eſſere ho ppoſto,
E ben ch’a torto io ne riporti male
A lui non ho queſto peccato importo,
Per lui ſon pròto adar acho alla morte:
E ſiami contra il mòdo e la mia ſorte.
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Riſpoſe l’empia io voglio che tu ſpéga
Colui che’l noſtro diſhonor procura,
Non temer ch’alcun mal di ciò t’ auenga
Ch’io te ne moſtrero la via ſicura,
Debbe egli a me tornar, come riuenga
Su l’hora terza la notte piú ſcura,
E fato vn ſegno de ch’io V ho auucrtito
10 l’ho a tor dentro che non ſia ſentito.
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A te non granerá prima aſpettarme
Ne la camera mia doue non luca,
Tanto che diſpogliar gli faccia l’arme
E quaſi nudo in man te lo conduca,
Coſi la moglie conduceſſe panne
11 ſuo marito alla tremenda buca,
Se per dritto coſtei moglie s’appella
Piú che ſuria inferita] crudele e fella.
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Poi che la notte federata venne
Fuor traſſe il mio ſratel co l’arme i mao:
E ne l’ofeura camera lo tenne
Fin che tornaſſe il miſer Cartellano:
Come ordine era dato il tutto auuenne:
Che’l conſiglio del mal va raro in vano:
Coſi Philadro il buono Argeo percofTe
Che ſi penſo che quel Morando foſſe.
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Con eſſo vn colpo il capo feſſe e il collo
Ch’elmo non v’era e non vi ſu riparo:
Peruéne Argeo ſenza pur darevn crollo
De la miſera vita al ſine amaro,
E tal l’uccife che mai non penſollo
Ne mai l’hauria creduto, o caſo raro
Che cercando giouar, fece all’amico
Quel, di che peggio no ſi fa al nimico.
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Poſcia ch’Argeo non conoſciuto giacqj
Rende a Gabrina il mio ſratel la ſpada,
Gabrina e il nome di coſtei) che nacqj
Sol per tradire ognun che in ma le cada,
Ella che’l ver fin’a quell’hora tacqj
Vuol che Philandro a riueder ne vada
Col lume i mano il morto ond’egli e reo,
K gli dimoſtra il ſuo compagno Argeo.
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E gli minaccia poi ſé non conſente
All’amorofo ſuo lungo deſire:
Di paleſare a tutta quella gente
Quel ch’egli ha fatto: e noi può gradire
E lo fará vituperoſamente
Come aſſaſino e traditor: morire
E gli ricorda che ſprezzar la fama
Non de, ſé ben la vita ſi poco ama.