Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/491

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 [38]
La magnanima Dona, a cui ſu grata
     Sempre ogni impreſa ch può farla degna
     D’ eſſer con laude e gloria nominata,
     Subito al ponte di venir diſegna,
     Et hora tanto piú, ch’e diſperata
     Vie volétier, quado anello a morirvegna
     Che credendoli miſera eſſer priua
     De’l ſuo Ruggiero, ha i odio d’ eſſer viua

 [39]
Per quel ch’io vaglio giouane amoroſa
     (Riſpoſe Bradamante) io m’oflerifeo
     Di far l’impreſa dura e periglioſa:
     Per altre cauſe anchor ch’io preteriſcho,
     Ma piú, che del tuo amante narri coſa
     Che narrar di pochi huomini auuertiſco.
     Che ſia in amor fedel, ch’a ſé ti giuro
     Ch in ciò péſai ch’ognun foſſe pergiuro.

 [40]
Con vn ſoſpir queſt’ ultime parole
     Fini, con vn ſoſpir ch’uſei dal core:
     Poi diſſe andiamo, e nel ſeguente Sole
     Giúfero al fiume, al paſſo pien d’horrore,
     Scoperte da la guardia che vi ſuole
     Farne ſegno col corno al ſuo Signore,
     Il pagan s’ arma, e quale e’l ſuo coſtume
     Su’l ponte s’apparecchia in ripa al fiume.

 [41]
E come vi compar quella guerriera
     Di porla a morte ſubito minaccia,
     Quado de P arme e del deſtrier ſu ch’era
     Al gran ſepolchro oblation no faccia,
     Bradamante che fa l’hiſtoria vera
     Come per lui morta Iſſabella giaccia:
     Che Fiordiligi detto le l’hauea.
     Al Saracin ſuperbo riſpondea.

 [42]
Perche vuoi tu beſtial che gli innocenti
     Facciano penitentia del tuo fallo?
     Del ſangue tuo placar coſtei conuienti
     Tu l’uccideſti, e tutto’l mondo fallo,
     Si che di tutte P arme e guernimenti
     Di tanti che gittati hai da cauallo:
     Oblatione e vittima piú accetta
     Haura ch’io te P uccida in ſua vendetta.

 [43]
E di mia man le ſia piú grato il dono,
     Quado come ella ſu, ſon Dona anch’ io
     Ne qui venuta ad altro effetto ſono
     Ch’a vendicarla, e queſto ſol diſio,
     Ma far tra noi prima alcu patto e buono
     Che’l tuo valor ſi compari col mio,
     S’abbattuta faro, di me farai
     Quel ch de glialtri tuoi prigion fatt’hai.

 [44]
Ma s’io t’abbatto (come io credo e ſpero)
     Guadagnar voglio il tuo cauallo e l’armi
     E quelle oſſerir ſole al cimitero,
     E tutte l’altre diſtaccar da marmi,
     E voglio che tu laſci ogni guerriero,
     Riſpoſe Rodomonte giuſto parmi,
     Che ſia come tu di, ma i prigion darti
     Giá no potrei, ch’io no gli ho í qſte parti.

 [45]
Io gli ho al mio regno in Africa mandati
     Ma ti prometto, e ti do ben la fede,
     Che ſé m’auuien per caſi inopinati
     Che tu ſtia i fella: e ch’io rimaga a piede:
     Faro che faran tutti liberati
     In tanto tempo quanto ſi richiede
     Di dare a vn meſſo ch’in fretta ſi mandi
     A far quel, che s’io perdo mi comandi.