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La vedouella che marito prende
Deue prima (dicea) ch’a lui s’appreffe,
Placar l’alma del morto ch’ella oſſende,
Facendo celebrargli orſici e meſſe,
In remiſſion de le panate mende
Nel tèpio oue di quel ſon l’oſſa meſſe,
E dato ſin ch’al ſacriſicio ſia
Alla ſpofa l’annel lo ſpofo dia.
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Ma e’ habbia in qſto mezo il Sacerdote:
Su’I vino iui portato a tale effetto,
Appropriate oration deuote
Sempre il liquor benedicendo detto,
Indi che’l ſiaſco in vna coppa vote
E dia alli ſpofi il vino benedetto,
Ma portare alla ſpofa il vino tocca
Et eſſer prima a porui ſu la bocca.
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Tanacro che non mira quanto importe
Ch’ella le nozze alla ſua vſanza faccia,
Le dice pur che’l termine ſi ſcorte
D’ eſſere inſieme, in queſto ſi compiaccia,
Ne s’ auede il meſchin ch’effa la morte
D’ Olindro vèdicar coſi procaccia,
E ſi la voglia ha in vno oggetto intenſa
Che ſol di qllo, e mai d’altro non penſa.
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Hauea ſeco Druſilla vna ſua vecchia
Che ſeco preſa, ſeco era rimaſa:
A ſé chiamolla e le diſſe all’orecchia
Si che non potè vdire huomo di caſa,
Vn ſubitano toſco m’apparecchia
Qual ſo che fai cóporre, e me lo inuaſa,
C’ho trouato la via di vita torre
Il traditor ſigliuol di Marganorre.
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E me ſo come, e te ſaluar non meno,
Ma diferiſco a dirtelo piú adagio,
Ando la vecchia e apparecchio ilveneno
Et acconciollo: e ritorno al palagio,
Di vin dolce di Cadia vn ſiaſco pieno
Trouo da por con ql ſucco maluagio,
E lo ſerbo pel giorno de le nozze
C homai tutte l’indugie erano mozze.
[68]
Lo ſtatuito giorno al tépio venne
Di geme ornata, e di leggiadre gonne:
Oue d’ Olindro come gli conuéne
Fatto hauea l’arca alzar ſu due coiòne:
Quiui l’oſſicio ſi canto ſolenne,
Traſſeno a vdirlo tutti huomini e donne,
E lieto Marganor piú de l’uſato
Vene col figlio, e co gli amici alato.
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Torto ch’ai ſin le fante eſequie ſoro
E ſu col toſco il vino benedetto:
Il Sacerdote in vna coppa d’oro
Lo verſo, come hauea Druſilla detto,
Ella ne bebbe quanto al ſuo decoro
Si conueniua, e potea far l’effetto:
Poi die allo Spoſo con viſo giocondo
Il Nappo, e ql gli ſé apparire il fondo.
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Renduto il Nappo al Sacerdote, lieto
Per abbracciar Druſilla apre le braccia:
Hor quiui il dolce ſtile e manſueto
In lei ſi cangia, e quella gran bonaccia,
Lo ſpinge a dietro, e gli ne fa diuieto
E par ch’arda ne gliocchi, e ne la faccia,
E con voce terribile e incompoſta
Gli grida, traditor da me ti feoſta.