Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/515

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[63]
La vedouella che marito prende
     Deue prima (dicea) ch’a lui s’appreffe,
     Placar l’alma del morto ch’ella oſſende,
     Facendo celebrargli orſici e meſſe,
     In remiſſion de le panate mende
     Nel tèpio oue di quel ſon l’oſſa meſſe,
     E dato ſin ch’al ſacriſicio ſia
     Alla ſpofa l’annel lo ſpofo dia.

[64]
Ma e’ habbia in qſto mezo il Sacerdote:
     Su’I vino iui portato a tale effetto,
     Appropriate oration deuote
     Sempre il liquor benedicendo detto,
     Indi che’l ſiaſco in vna coppa vote
     E dia alli ſpofi il vino benedetto,
     Ma portare alla ſpofa il vino tocca
     Et eſſer prima a porui ſu la bocca.

[65]
Tanacro che non mira quanto importe
     Ch’ella le nozze alla ſua vſanza faccia,
     Le dice pur che’l termine ſi ſcorte
     D’ eſſere inſieme, in queſto ſi compiaccia,
     Ne s’ auede il meſchin ch’effa la morte
     D’ Olindro vèdicar coſi procaccia,
     E ſi la voglia ha in vno oggetto intenſa
     Che ſol di qllo, e mai d’altro non penſa.

[66]
Hauea ſeco Druſilla vna ſua vecchia
     Che ſeco preſa, ſeco era rimaſa:
     A ſé chiamolla e le diſſe all’orecchia
     Si che non potè vdire huomo di caſa,
     Vn ſubitano toſco m’apparecchia
     Qual ſo che fai cóporre, e me lo inuaſa,
     C’ho trouato la via di vita torre
     Il traditor ſigliuol di Marganorre.

[67]
E me ſo come, e te ſaluar non meno,
     Ma diferiſco a dirtelo piú adagio,
     Ando la vecchia e apparecchio ilveneno
     Et acconciollo: e ritorno al palagio,
     Di vin dolce di Cadia vn ſiaſco pieno
     Trouo da por con ql ſucco maluagio,
     E lo ſerbo pel giorno de le nozze
     C homai tutte l’indugie erano mozze.

[68]
Lo ſtatuito giorno al tépio venne
     Di geme ornata, e di leggiadre gonne:
     Oue d’ Olindro come gli conuéne
     Fatto hauea l’arca alzar ſu due coiòne:
     Quiui l’oſſicio ſi canto ſolenne,
     Traſſeno a vdirlo tutti huomini e donne,
     E lieto Marganor piú de l’uſato
     Vene col figlio, e co gli amici alato.

[69]
Torto ch’ai ſin le fante eſequie ſoro
     E ſu col toſco il vino benedetto:
     Il Sacerdote in vna coppa d’oro
     Lo verſo, come hauea Druſilla detto,
     Ella ne bebbe quanto al ſuo decoro
     Si conueniua, e potea far l’effetto:
     Poi die allo Spoſo con viſo giocondo
     Il Nappo, e ql gli ſé apparire il fondo.

[70]
Renduto il Nappo al Sacerdote, lieto
     Per abbracciar Druſilla apre le braccia:
     Hor quiui il dolce ſtile e manſueto
     In lei ſi cangia, e quella gran bonaccia,
     Lo ſpinge a dietro, e gli ne fa diuieto
     E par ch’arda ne gliocchi, e ne la faccia,
     E con voce terribile e incompoſta
     Gli grida, traditor da me ti feoſta.