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E poi che per (tracciarlo e farne ſcempio
Non ſi sfoga il fellon, ne diſacerba,
Vien ſra le donne di che e pieno il tèpio,
Ne piú l’una de l’altra ci riſerba,
Ma di noi fa col brando crudo & empio
Quel che fa co la falce il villan d’ herba,
Nò vi ſu alcun ripar ch’in vn momento
Trenta n’uccife, e ne feri ben cento.
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Egli da la ſua gente e ſi temuto
C Imorao no ſu ch’ardiſſe alzar la teſta:
Fuggon le donne col popul minuto
Fuor d la chieſa, e chi puovſcir nò reſta,
Quel pazzo impeto al ſin ſu ritenuto
Da gli amici co prieghi, e ſorza honeſta,
E laſciando ogni coſa in pianto al baffo
Fatto entrar ne la rocca in cima al ſaſſo.
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E tuttauia la cholera durando
Di cacciar tutte per partito preſe,
Poi che gli amici e’l populo pregando
Che non ci vcciſe a fatto gli conteſe,
E quel medeſmo di ſé adare vn bando
Che tutte gli ſgombraſſimo il paeſe,
E darci qui gli piacque le confine
Mifera chi al caſtel piú s’ auuicinc.
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Da le mogli coſi ſuro i mariti
Da le madri coſi i ſigli diuiſi,
S’ alcuni ſono a noi venire arditi
Noi ſappia giá chi Marganor n’auifi:
Che di Multe grauiſſime puniti
N’ha molti, e molti crudelmente vcciſi:
Al ſuo catello ha poi fatto vna legge
Di cui peggior non s’ode ne ſi legge.
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Ogni donna che trouin ne la valle
La legge vuol (ch’alcúa pur vi cade)
Che percuotali con vimini alle ſpalle
E la faccian ſgombrar queſte contrade,
Ma ſcorciar prima i pani, e moſtrar falle
Quel che Natura aſconde & Honeſtade,
E s’ alcuna vi va ch’armata ſcorta
Habbia di cauallier, vi reſta morta.
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Quelle e’ hanno per ſcorta cauallieri
Son da queſto nimico di pietate
Come vittime tratte a i cimiteri
De i morti ſigli, e di ſua man ſcannate,
Leua con ignominia arme e deſtrieri
E poi caccia in prigion chi l’ha guidate:
E lo può far: che ſemp notte e giorno
Si troua piú di mille huomini intorno.
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E dir di piú vi voglio anchora, ch’eſſo
S’ alcun ne laſcia, vuol che prima giuri
Su l’hoſtia ſacra, che’l femineo feſſo
In odio haura ſin che la vita duri,
Se perder qſte donne e voi appreſſo
Dunque vi pare: ite a veder quei muri,
One alberga il fellone, e fate proua
S’ in lui piú ſorza o crudeltá ſi troua,
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Coſi dicendo le guerriere moſſe
Prima a pietade, e poſcia a tanto ſdegno,
Che ſé come era notte giorno foſſe,
Sarían corſe al caſtel ſenza ritegno,
La bella compagnia quiui poſoſſe,
E toſto che l’Aurora fece ſegno
Che dar doueſſe al Sol loco ogni ſtella,
Ripiglio l’arme e ſi rimeſſe in fella.