Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/525

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 [20]
E qui ſi leua e di nuouo l’abbraccia
     E come ſiglia bacia ne la ſronte.
     Vengono tutti con allegra faccia
     Quei di Mógrana, e quei di Chiaramote,
     Lungo a dir ſora, quato honor le faccia
     Rinaldo, che di lei le proue conte
     Vedute hauea piú volte al paragone:
     Quádo Albracca affediar col ſuo girone.

 [21]
Lungo a dir ſora quanto il giouinetto
     Guidetti S’allegri di veder coſtei,
     Aquilante, e Griphone, e Sanſonetto
     Ch’alia citta crudel ſuron con lei,
     Malagigi: e Viuiano, e Ricciardetto
     Ch’ all’occifion de Maganzeſi rei
     E di qi venditori empii di Spagna
     l’haueano hauuta ſi fedel compagna.

 [22]
Apparecchiar per lo ſeguente giorno
     Et liebbe cura Carlo egli medeſmo
     Che foſſe vn luogo riccamente adorno
     Oue prendeſſe Marphiſa batteſmo,
     I Veſcoui e gran chierici d’ intorno
     Che le leggi ſapean del Chriſtianefmo,
     Fece raccorre, accio da loro in tutta
     La ſanta Fé: foſſe Marphiſa inſtrutta.

 [23]
Venne in pontiſicale habito ſacro
     l’Arciueſco Turpino, e battizolla:
     Carlo dal (alutifero lauacro
     Con cerimonie debite leuolla,
     Ma tèpo e hormai ch’ai capo voto e macro
     Di ſenno, ſi ſoccorra con l’ampolla
     Con che dal ciel piú baffo ne venia
     II Duca Aſtolfo fu’l carro d’ Helia.

 [24]
Sceſo era Aſtolfo dal giro lucente
     Alla maggiore altezza de la terra
     Con la felice ampolla: che la mente
     Douea ſanare al gran maſtro di guerra,
     Vn’ herba quiui di virtú eccellente
     Moſtra Giouani al Duca d’ Inghilterra
     Con eſſa vuol ch’al ſuo ritorno tocchi
     Al Re di Nubia, e gli riſani gliocchi.

 [25]
Accio per queſti e per li primi merti
     Gente gli dia con che Biſerta aſſaglia,
     E come poi quei populi ineſperti
     Armi & acconci ad vſo di battaglia,
     E ſenza danno paſſi pei deſerti
     Oue l’arena glihuomini abbarbaglia:
     A punto a punto l’ordine che tegna
     Tutto il Vecchio ſantiſſimo glinſegna.

 [26]
Poi lo ſé rimontar ſu quello alato
     Che di Ruggiero e ſu prima d’Atlante:
     Il Paladin laſcio, licentiato
     Da fan Giouanni: le contrade fante,
     E fecondando il Nilo a lato a lato
     Toſto i Nubi apparir ſi vide inante:
     E ne la terra che del regno e capo
     Sceſe da l’aria: e ritrouo il Senapo.

 [27]
Molto ſu il gaudio, e molta ſu la gioia
     Che porto a quel Signor nel ſuo ritorno,
     Che ben ſi raccordaua de la noia
     Ch gli hauea tolta de l’Harpie d’intorno,
     Ma poi che la groſſezza gli diſcuoia
     Di qllo humor, ch giá gli tolſe il giorno,
     E che gli rende la viſta di prima
     l’adora, e cole, e come vn Dio ſublima.