Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/527

Da Wikisource.


 [36]
Prima hauendo ſpacciato vn ſuttil legno
     Ch’a vele e a remi andò battendo l’ali
     Ad Agramante auiſo, come il regno
     Patia dal Re de Nubi oltraggi e mali,
     Giorno e notte andò quel ſenza ritegno
     Tanto che giunſe a i liti Prouenzali:
     E trouo in Arli il ſuo Re mezo oppreſſo.
     Ch’I capo hauea di Carlo u miglio apffo

 [37]
Sentèdo il Re Agramante a che periglio
     Per guadagnare il regno di Pipino
     Laſciaua il ſuo: chiamar fece a conſiglio
     Principi, e Re del popul ſaracino,
     E poi ch’una o due volte giro il ciglio
     Quinci a Marſilio, e qndi al Re Sobrino
     I quai d’ ognialtro fur che vi veniſſe
     I duo piú atiqui e faggi, coſi diſſe.

 [38]
Quatúque io ſappia come mal cóuegna
     A vn capitano dir non mei penſai
     Pur lo diro, che quado vn dannovegna
     Da ogni diſcorfo human lontano assai:
     A quel fallir par che ſia eſcufa degna,
     E qui ſi verſa il caſo mio: ch’errai
     A laſciar d’arme l’Africa sfornita
     Se da li Nubi eſſer douea aſſalita.

 [39]
Ma chi peſato hauria ſuor che Dio ſolo
     A cui non e coſa ſutura ignota:
     Che doueſſe venir con ſi gran ſtuolo
     A farne danno gente ſi remota?
     Tra i quali e noi, giace l’inſtabil ſuolo
     Di quella arena ognihor da venti mota,
     Pur e venuta ad affediar Biſerta
     Et ha in gran parte l’Africa deſerta.

 [40]
Hor fopra ciò voſtro còſiglio chieggio
     Se partirmi di qui ſenza far ſrutto:
     O pur ſeguir tanto l’impreſa deggio
     Che prigion Carlo meco habbi codutto,
     O come inſieme io ſalui il noſtro ſeggio
     E queſto imperiai laſci diſtrutto,
     S’ alcun di voi fa dir, priego noi taccia
     Accio ſi troui il meglio, e quel ſi faccia.

 [41]
Coſi diſſe Agramante, e volſe gliocchi
     Al Re di Spagna ch gli ſedea appreſſo:
     Come moſtrando di voler che tocchi
     Di quel e’ ha detto la riſpoſta ad eſſo,
     E quel, poi ch ſurgèdo hebbe i ginocchi
     Per riuerentia: e coſi il capo ſleſſo,
     Nel ſuo honorato ſeggio ſi raccolſe
     Indi la lingua a tai parole ſciolſe .

 [42]
O bene o mal che la Fama ci apporti
     Signor, di ſemp accreſcere ha in vſanza:
     Perciò non fará mai ch’io mi ſconſorti
     O mai piú del douer pigli baldanza.
     Per caſi o buoni o rei che ſieno ſorti,
     Ma ſemp hauro di par tema e ſperanza
     Ch’ eſſer debban minori, e no del modo
     Ch’a noi per tante lingue venir’ odo.

 [43]
E tanto men preſtar gli debbo fede
     Quanto piú al veriſimile s’ oppone,
     Hor ſé glie veriſimile ſi vede
     C habbia con tanto numer di perſone
     Poſto ne la pugnace Africa il piede
     Vn Re di ſi lontana regione,
     Trauerfando l’arene a cui Cambyfe
     Con male augurio il popul ſuo comife.