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Con quel furor l’únpetuofa gente
La doue hauea I piú parti il muro rotto:
Entro col ferro e con la face ardente
A diſtrugere il popul mal condotto,
Homicidio rapina, e man violente
Nel ſangue e nel’hauer, traſſe di botto
La ricca e triomphal citta a ruina
Che ſu di tutta l’Africa regina,
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D’ huomini morti pieno era per tutto:
E de le innumerabili ferite
Fatto era u ſtagno piú ſcuro e piú brutto
Di quel che cinge la citta di Dite,
Di caſa in caſa vn lugo incendio indutto
Ardea palagi, portici, e meſchite:
Di pianti e d’urli, e di battuti petti
Suonano i voti, e depredati tetti.
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I vincitori vſcir de le funeſte
Porte vedeanſi di gran preda onuſti,
Chi con bei vaſi, e chi con ricche veſte,
Chi con rapiti argenti a Dei vetuſti:
Chi trahea i ſigli, e chi le madri meſte:
Fur fatti ſtupri, e mille altri atti ingiuſti:
De i quali Orlado vna gran parte inteſe
Ne lo potè vietar, ne’I Duca Ingleſe.
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Fu Bucifar de l’Algazera morto
Co eſſo vn colpo da Oliuier gagliardo:
Perduta ogni ſperanza ogni conſorto
S’ ucciſe di ſua mano il Re Branzardo:
Con tre ferite onde mori di corto
Fu preſo Foluo dal Duca dal Pardo:
Queſti eran tre ch’al ſuo partir laſciato
Hauea Agramate a guardia de lo ſlato.
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Agramante ch’in tanto hauea deſerta
l’armata, e con Sobrin n’ era fuggito,
Pianſe da lungi e ſoſpiro Biſerta,
Veduto ſi gran ſiamma arder fu’l lito,
Poi piú d’ appretto hebbe nouella certa
Come de la ſua terra il caſo era ito,
E d’ uccider ſé ſteffo in pender venne
E lo facea, ma il Re Sobrin lo tenne.
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Dicea Sobrin che piú vittoria lieta
Signor potrebbe il tuo inimico hauere?
Che la tua morte vdire? onde quieta
Si ſperaria poi l’Africa godere?
Queſto contento il viuer tuo gli vieta:
Quindi haura cagion ſempre di temere
Sa ben che lungamente Africa ſua
Eſſer non può ſé non per morte tua.
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Tutti i ſudditi tuoi, morendo priui
De la ſperanza, vn ben che ſol ne reſta,
Spero che n’habbi a liberar ſé viui
E trar d’affanno e ritornarne in feſta:
So che ſé muori, ſian ſempre captiui
Africa ſempre tributaria e meſta:
Dunque s’ in vtil tuo viuer non vuoi
Viui Signor p non far danno a i tuoi.
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Dal Soldano d’Egytto tuo vicino
Certo eſſer puoi d’ hauer danari e gente,
Mal volentieri il figlio di Pipino
In Africa vedrá tanto potente:
Verrá con ogni sforzo Norandino
Per ritornarti in regno il tuo parente:
Armeni: Turchi, Perſi, Arabi, e Medi,
Tutti in ſoccorſo haurai ſé tu li chiedi.