Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/553

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Quindi ſi parte, ma prima rinuoua
     La conuention che con Rinaldo hauea:
     Che ſé pergiuro il ſuo Agramante troua
     Lo Iaſciera con la ſua fetta rea,
     Per ql giorno Ruggier fare altra proua
     D’ arme non volſe, ma ſolo attendea
     Affermar qſto eqllo, e a domandarlo
     Chi pria roppe o’I Re Agramate o Carlo

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Ode da tutto’ 1 modo che la parte
     Del Re Agramate ſu che roppe prima:
     Ruggiero ama Agramante, e ſé ſi parte
     Da lui per qſto: error non lieue ſtima,
     Fur le gente Africane e rotte e ſparte
     (Queſto ho giá detto inazi) e da la cima
     De la volubil mota tratte al fondo
     Come piacque a colei ch’aggira il mòdo

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Tra ſé volue Ruggiero e fa diſcorfo
     Se reſtar deue: o il ſuo Signor ſeguire,
     Gli pon l’amor de la ſua Dona vn morſo
     Per non laſciarlo in Africa piú gire,
     Lo volta e gira & a còtrario corſo
     Lo ſprona e lo minaccia di punire
     Se’l patto e’l giuramento non tien ſaldo
     Che fatto hauea col paladin Rinaldo.

 [67]
Non men da l’altra parte sferza e ſprona
     La vigilante e ſtimulofa cura
     Che s’ Agramante in ql caſo abbadona
     A viltá gli ſia aſcritto & a paura,
     Se del reſtar la cauſa parrá buona
     A molti, a molti ad accettar ſia dura,
     Molti diran che non ſi de offeruare
     Quel ch’era ingiuſto e illicito a giurare.

 [67]
Tutto quel giorno e la notte ſeguente
     Stette ſolingo, e coſi l’altro giorno,
     Pur trauagliando la dubbioſa mente
     Se partir deue: o far quiui ſoggiorno:
     Pel Signor ſuo conclude ſinalmente
     Di fargli dietro in Africa ritorno:
     Potea in lui molto il coniugale amore
     Ma vi potea piú il debito e l’honore.

 [69]
Torna verſo Arli che trouarui ſpera
     L’armata achor, ch’in Africa il traſporti:
     Ne legno in mar ne dentro alla riuera
     Ne ſaracini vede ſé non morti,
     Seco al partire ogni legno che v’ era
     Traſſe Agramate, e’l reſto arſe ne i porti
     Fallitogli il pender, preſe il camino
     Verſo Marſilia pel lito marino.

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A qualche legno penſa dar di piglio
     Ch’a prieghi o ſorza il porti all’altra riua
     Giá v’era giunto del Daneſe il figlio
     Con l’armata de Barbari captiua,
     Non ſi haurebbe potuto vn gra di miglio
     Gittar ne l’acqua: tanto la copriua
     La ſpeffa moltitudine de naui
     Di vincitori e di prigioni graui.

 [71]
Le naui de pagani, ch’auanzaro
     Dal fuoco, e dal nauſragio quella notte,
     (Eccetto poche ch’in ſuga n’ andaro)
     Tutte a Marſilia hauea Dudon codotte,
     Sette di quei ch’in Africa regnaro,
     Che poi che le lor genti vider rotte
     Con fette legni lor s’eran renduti:
     Stauan dolenti lachrymoſi e muti.