Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/561

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 [44]
Ch’ io vica o pda, o debba nel mio regno
     Tornare atiquo, o Tempre ſtarne í bado,
     In mente ſua n’ha Dio fatto diſegno
     Ilqual ne io, ne tu, ne vede Orlando,
     Sia ql che vuol, no potrá ad atto Idegno
     Di Re, inchinarmi mai timor neſando,
     S’ io ſoſſi certo di morir: vo morto
     Prima reſtar ch’ai ſangue mio far torto.

 [45]
Hor ti puoi ritornar, che ſc migliore
     Non fei dimani in qſto capo armato
     Che tu mi ſia parato hoggi oratore
     Mal troueraſſi Orlando accópagnato,
     Queſte vltime parole vſciron ſuore
     Del petto acceſo d’Agramante irato,
     Ritorno l’uno e l’altro, e ripofoffe
     Fin che del mare il giorno vſcito foſſe.

 [46]
Nel biacheggiar de la nuoua alba armati
     E in vn mometo fur tutti a cauallo,
     Pochi ſermon ſi ſon tra loro vſati,
     Non vi ſu indugio non vi ſu interuallo:
     Che i ferri de le lancie hanno abbaſſati:
     Ma mi parria Signor far troppo fallo
     Se per voler di coſtor dir, laſciaffi
     Tato Ruggier nel mar che v’afTogaffi.

 [47]
Il Giouinetto con piedi e con braccia
     Percotendo venia l’bombii’ onde:
     Il vento e la tempeſta gli minaccia
     Ma piú la conſcientia lo cófonde:
     Teme che Chriſto hora vedetta faccia
     Che poi che battezar ne l’acque monde
     Quando hebbe tempo ſi poco gli calſe,
     Hor ſi battezi in queſte amare e falſe.

 [48]
Gli ritornano a mente le promeſſe
     Che tante volte alla ſua donna fece,
     Quel che giurato hauea quado ſi meſſe
     Contra Rinaldo, e nulla ſatisfece,
     A Dio ch’iui punir non lo voleſſe
     Pentito diſſe quattro volte e diece,
     E fece voto di core e di fede
     D’ eſſer chriſtia ſé ponea i terra il piede.

 [49]
E mai piú non pigliar ſpada ne lancia
     Contra a i Fedeli in aiuto de Mori,
     Ma che ritorneria ſubito in Francia
     E a Carlo renderia debiti honori,
     Ne Bradamante piú terrebbe a ciancia
     E verria a ſine honeſto de i fuo’ amori
     Miracol ſu che ſenti al ſin del voto
     Creſcerfi ſorza e ageuolarfí il nuoto.

 [50]
Creſce la ſorza, e l’animo indeſeſſo
     Ruggier percuote l’onde e le reſpinge,
     L’onde che ſeguon l’una all’altra preſſo
     Di che vna il leua, vn’ altra lo foſpinge,
     Coſi montando e diſcendendo ſpeffo
     Con gra trauaglio: al ſin l’arena attinge,
     E da la parte onde s’ inchina il colle
     Piú verſo il mar, eſce bagnato e molle.

 [51]
Fur tutti gli altri che nel mar ſi diero
     Vinti da l’onde, e al ſin reſtar ne l’acque:
     Nel ſolitario ſcoglio vſci Ruggiero
     Come all’alta bontá diuina piacque,
     Poi che ſu fopra il monte inculto e fiero
     Sicur dal mar: nuouo timor gli nacque
     D’ hauere eſilio in ſi ſtrette confine
     E di morirai di diſagio al ſine.