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In queſto tepo Orlando e Brandimarte
E’l Marcheſe Oliuier col ferro baffo,
Vanno a trouare il Saracino Marte
(Che coſi nominar ſi può Gradaſſo,)
E glialtri duo che da contraria parte
Ha moſſo i buO deſtrier piú ch di paſſo,
Io dico il Re Agramate e’l Re Sobrino
Rimbóba al corſo il Iito e’l mar vicino.
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Quado allo ſcótro vengono a trouarſi
E in trOchi vola al ciel rotta ogni lancia,
Del gran rumor ſu viſto il mar gonſiarli
Del gran rumor che s’ udi ſino in Frácia,
Venne Orlado e Gradaſſo a riſcótrarfi
E potea ſtare vgual queſta bilancia
Se non era il vantaggio di Baiardo,
Che ſé parer Gradaſſo piú gagliardo
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Percoſſe egli il deſtrier di minor ſorza
Ch’ Orlado hauea, d’ un vrto coſi ſtrano,
Che lo fece piegare a poggia e ad orza
E poi cader, quato era lungo, al piano,
Orlando di leuarlo ſi risforza
Tre volte e qttro, e co ſproni, e co mano,
E quado al ſin noi può leuar, ne ſcende
Lo ſcudo imbraccia e Baliſarda prende.
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Scòtroſſi col Re d’ Africa Oliuiero
E fur di quello incotro a paro a paro:
Brandimarte reſtar ſenza deſtriero
Fece Sobrin, ma non ſi ſeppe chiaro
Se v’ hebbe il deſtrier colpa o il caualliero
Ch’ auezzo era cader Sobrin di raro
O del deſtriero o ſuo pur foſſe il fallo
Sobrin ſi ritrouo giú del cauallo.
[72]
Hor Brandimarte che vide per terra
Il Re Sobrin, non l’aſſali altrimente
Ma contra il Re Gradaſſo ſi diſſerra
C hauea abbattuto Orlando parimente,
Tra il Marcheſe e Agramate ado la guerra
Come ſu cominciata primamente,
Poi che ſi roppon l’haſte ne gli feudi
S’ eran tornati incontra a ſtocchi ignudi.
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Orlando che Gradaſſo in atto vede
Che par ch’a lui tornar poco gli caglia,
Ne tornar Brádimarte gli concede
Tanto lo ſtringe, e tanto lo trauaglia,
Si volge intorno, e Umilmente a piede
Vede Sobrin, che ſta ſenza battaglia,
Ver lui s’ auenta, e al muouer de le piate
Fa il ciel tremar del ſuo fiero ſembiante.
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Sobrin che di tato huom vede l’affalto
Stretto ne l’arme s’apparecchia tutto
Come nocchiero a cui vegna a grá ſalto
Muggendo incotra il minaccioſo flutto,
Drizza la prora, e quado il mar tant’ alto
Vede ſalire: eſſer vorria all’afeiutto:
Sobrin lo ſcudo oppone alla ruina
Che da la ſpada vien di Fallerina.
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Di tal ſinezza e quella Baliſarda
Che l’arme le puon far poco riparo,
In man poi di perſona ſi gagliarda
In man d’ Orlado vnico al mòdo o raro,
Taglia lo ſcudo: e nulla la ritarda
Perche cerchiato ſia tutto d’acciaro:
Taglia lo ſcudo e ſino al fondo fende
E ſotto a quello in ſu la ſpalla ſcende.