Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/603

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 [67]
Solo ſenza te ſon, ne coſa in terra
     Senza te poſſo hauer piú che mi piaccia,
     Se teco era in tempeſta: e teco in guerra
     Perche no ancho in otio & in bonaccia?
     Ben grade e’l mio fallir, poi che mi ferra
     Di queſto fango vſcir per la tua traccia,
     Se ne gli affanni teco ſui, per c’hora
     No ſono a parte del guadagno anchora?

 [172]
Tu guadagnato e perdita ho fatto io
     Sol tu all’acqſto, io nò ſon ſolo al dano,
     Partecipe fatto e del dolor mio
     L’Italia, il regno Franco, e l’Alemanno,
     O quato quanto il mio Signore e Zio,
     O quanto i Paladin da doler s’ hanno,
     Quato l’Imperio, e la Chriſtiana Chieſa,
     Che perduto han la ſua maggior difeſa,

 [173]
O quanto ſi torra per la tua morte
     Di terrore a nimici e di ſpauento,
     O quanto Pagania fará piú ſorte
     Quato animo n’haura quanto ardiméto,
     O come ſtar ne dee la tua coſorte
     Sin qui ne veggo il piato e’l grido ſento:
     So che m’accuſa: e ſorſè odio mi porta
     Che p me teco ogni ſua ſpeme e morta.

 [174]
Ma Fiodiligi, al men reſti vn cóforto
     A noi che ſian di Brandimarte priui,
     Ch’inuidiar lui con tanta gloria morto
     Denno tutti i guerrier c’hoggi ſon viui,
     Quei Decii, e ql nel Roma ſoro abſorto
     Quel ſi lodato Codro da gli Argiui
     No co piú altrui .pfitto e piú ſuo honore
     A morte ſi donar, del tuo Signore.

 [175]
Queſte parole & altre dicea Orlando
     In tanto, i bigi, i bianchi, i neri ſrati
     E tutti glialtri chierci ſeguitando
     Andauan co lungo ordine accoppiati,
     Per l’alma del defunto Dio pregando
     Che gli donaſſe requie tra beati,
     Lumi inazi e p mezo e d’ognintorno
     Mutata hauer parean la notte in giorno.

 [176]
Leuan la bara, & a portarla ſoro
     Meſſi a vicenda Conti e Cauallieri,
     Purpurea ſeta la copria, che d’oro
     E di gran perle hauea còpaſſi altieri:
     Di no men bello e ſignoril lauoro
     Hauean gémati e ſplendidi origlieri
     E giacea quiui il cauallier co veſta
     Di color pare, e d’ un lauor coteſta.

 [177]
Trecento a glialtri eran paſſuti inanti
     De piú poueri tolti de la terra,
     Parimète veſtiti tutti quanti
     Di panni negri, e lunghi fin’ a terra,
     Cento paggi ſeguian fopra altretanti
     Groſſi caualli, e tutti buoni a guerra,
     E i caualli co i paggi iuano il ſuolo
     Radendo col lor habito di duolo.

 [178]
Molte bandiere inanzi e molte dietro
     Che di diuerſe inſegne eran dipinte
     Spiegate accOpagnauano il feretro:
     Lequai giá tolſe a mille ſchiere vinte
     E guadagnate a Ceſare & a Pietro
     Hauean le ſorze e’ hor giaceano eſtinte:
     Scudi v’erano molti, che di degni
     Guerrieri, a chi fur tolti, haueao i ſegni