Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/615

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 [67]
     Suggiunſe a queſte altre parole molte
     Piene d’amor, di fede: e di conſorto,
     Da ritornarlo in vita mille volte
     Se ſtato mille volte foſſe morto,
     Ma quando piú de la tempeſta tolte
     Queſte ſperaze eſſer credeano in porto,
     Da vn nuouo turbo impetuoſo e ſcuro
Riſpinte in mar, lungi dal lito ſuro.

 [68]
Perho che Bradamante ch’eſeguire
     Vorria molto piú achor, ch no ha detto:
     Riuocando nel cor l’uſato ardire,
     E laſciando ir da parte ogni riſpetto,
     S’ appreſenta vn di a Carlo, e dice Sire
     S’a voſtra Maeſtade alcuno effetto
     10 feci mai che le pareſſe buono,
     Contenta ſia di non negarmi vn dono.

 [69]
E prima che piú eſpffo io le lo chieggia
     Su la Real ſua fede mi prometta
     Farmene gratia, e vorrò poi che veggia
     Che fará iuſta la domanda e retta,
     Merta la tua virtú che dar ti deggia
     Ciò che domandi o Giouane diletta
     (Riſpoſe Carlo) e giuro ſé ben parte
     Chiedi del regno mio di contentarte.

 [70]
Il don ch’io bramo da l’altezza voſtra
     E che non laſci mai marito darme
     (Diſſe la Damigella) ſé non moſtra
     Che piú di me ſia valoroſo in arme,
     Co qualúche mi vuol, pria o con gioſtra
     O con la ſpada i mano ho da prouarme,
     11 primo che mi vinca mi guadagni:
     Chi vinto ſia con altra P accompagni.

 [71]
Diſſe l’Imperator con viſo lieto
     Che la domanda era di lei ben degna,
     E che ſteſſe con l’animo quieto
     Che fará apunto quanto ella diſegna:
     Non e queſto parlar fatto in ſegreto
     Si ch’a notitia altrui toſto no vegna:
     E ql giorno medeſimo allavecchia
     Beatrice, e al vecchio Amo cor? all’orecchia

 [72]
Liquali pariméte arſer di grande
     Sdegno cOtra alla ſiglia e di grad’ ira:
     Che vider bé, con qſte ſu e domande
     Ch’ella a Ruggier, piú ch’a LeOe aſpira
     E preſti per vietar che non ſi mande
     Queſto ad effetto a ch’ella intéde e mira,
     La leuaro con ſraude de la corte
     E la menaron ſeco a Rocca ſorte.

 [73]
Qeſt’era vna ſortezza ch’ad Amone
     Donato Carlo hauea pochi di inante
     Tra Pirpignano aſſiſa e Carcaſſone
     In loco a ripa il mar molto importante,
     Quiui la ritenean come in prigione
     Con penſier di mandarla vn di in LeuSte:
     Si ch’ogni modo, voglia ella o nOvoglia
     Laſci Ruggier da parte: e Leon toglia. ’

 [74]
La valoroſa Dona che non meno
     Era modeſta ch’animofa e ſorte
     Anchor che poſto guardia non l’hauiéo
     E potea entrare e vſcir ſuor dele porte,
     Pur ſtaua vbbidiete ſotto il ſreno
     Del padre: ma patir prigione e morte
     Ogni martire e crudeltá: piú toſto
     Ch mai laſciar Ruggier, s’ hauea ppoſto