Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/642

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 [60]
E corſe ſenza indugio ad abbracciarlo
     Ne diſpiccar ſé gli ſapea dal collo:
     Rinaldo: Orlando: e di lor prima Carlo
     Di qua e di la co grad’amor baciollo:
     Ne Dudon ne Oliuier d’ accarezzarlo
     Ne’l Re Sobrin ſi può veder ſatollo:
     De i Paladini, e de i Baron neſſuno
     Di far feſta a Ruggier reſto digiuno.

 [61]
Leone ilqual ſapea molto ben dire,
     Finiti che ſi fur gli abbracciameli
     Comincio inanzi a Carlo a riferire
     Ydendo tutti quei ch’eran preſenti:
     Come la gagliardia: come l’ardire
     (Anchor che co gran dano di ſue gèti)
     Di Ruggier: ch’a Belgrado hauea veduto
     Piú d’ogni oſſeſa hauea di ſé potuto.

 [62]
Si ch’eſſendo di poi preſo e condutto
     A colei ch’ogni ſtratio n’ hauria fatto,
     Di prigione egli: malgrado di tutto
     Il parentado ſuo, l’haueua tratto,
     E come il buon Ruggier, p render ſrutto
     E mercede a Leon del ſuo riſcatto
     Fé l’alta corteſia che ſempre a quante
     Ne ſuro o faran mai paſſara inante.

 [63]
E ſeguendo narro di punto in punto
     Ciò che per lui fatto Ruggiero hauea:
     E come poi da gran dolor compunto
     Che di laſciar la moglie gli premea
     S’era diſpoſto di morire: e giunto
     V era vicin, ſé non ſi ſoccorrea:
     E con ſi dolci affetti il tutto eſpreffe
     Ch qui occhio no ſu ch’aſciutto ſteffe.

 [64]
Riuolſe poi con ſi efficaci pghi
     Le ſue parole all’oſtinato Amone:
     Che no ſol che lo muoua: ch lo pieghi,
     Che lo faccia mutar d’opinione,
     Ma fa ch’egli in pſona andar nò nieghi
     A ſupplicar Ruggier, che gli pdone:
     E per padre e per ſuocero l’accette
     E coſi Bradamante gli promette.

 [65]
A cui la doue de la vita in ſorſè
     Piangea i ſuoi caſi in camera ſegreta:
     Con lieti gridi in molta fretta corſe
     Per piú d’un meſſo: la nouella lieta,
     Onde il ſangue ch’al cor qn lo morſe
     Prima il dolor ſu tratto da la pietá:
     A qſto annutio il laſcio ſolo in guiſa
     Ch quaſi il gaudio ha la Donzella vcciſa

 [66]
Ella riman d’ ogni vigor ſi uota
     Che di tenerſi in pie non ha balia:
     Bè che di Qlla ſorza ch’effer nota
     Vi debbe, e di ql grande animo ſia,
     No piú di lei: chi a ceppo a laccio a ruota
     Sia codanato, o ad altra morte ria
     E ch giá a gliocchi habbia la bada negra
     Gridar ſentèdo gratia, ſi rallegra.

 [67]
Si rallegra Mongrana e Chiaramonte
     Di nuouo nodo i dui raggiunti rami:
     Altretanto ſi duol Gano col Conte
     Anſelmo, e co Falco Gini, e Ginami:
     Ma pur coprgdo ſotto vn’ altra ſronte
     Van lor pèſieri inuidioſi e grami:
     E occaſione attèdon di vendetta
     Come la Volpe al varco il Lepre aſpetta.