Che oltre, che a proposito assai fosse
Del Duca estimi, che tirare a mio
Utile e onor potrei gran poste e grosse;
Che più da un fiume grande che da un rio
Posso sperar di prendere, s’io pesco:
Or odi, quanto a ciò ti rispond❜io,
Io ti ringrazio prima, che più fresco
Sia sempre il tuo desire in esaltarmi,
E far di Bue mi vogli un Barbaresco.
Poi dico che pel fuoco e che per l’armi
A servigio del Duca in Francia e ’n Spagna,
E in India, non che a Roma, puoi mandarmi:
Ma per dirmi, che onor vi si guadagna,
E facoltà, ritrova altro zimbello,
Se vuoi che l’augel caschi ne la ragna.
Perchè, quanto a l’onor, n’ho tutto quello
Ch’io voglio; basta che in Ferrara veggio
A più di sei levarmisi il cappello;
Perchè san, che talor col Duca seggio
A mensa, e ne riporto qualche grazia,
Se per me, o per gli amici glie la chieggio.
E se, come d’onor mi truovo sazia
La mente, avessi facultà a bastanza,
Il mio desir si fermería, ch’or spazia.
Sol tanta ne vorrei che viver sanza
Chiederne altrui mi fosse in libertade:
Il che ottener mai più non ho speranza.