la tragedia: piu non troverai poeta che habia de 'l naturale, che dica una parola generosa.
- Hercule
- Come de 'l naturale?
- Dionisio
- Così, che dica una tale essempio, l'aere il tetto di Giove, ò il fine de 'l tempo, ò la mente che non vuole giurar per le cose sacrate, ò la lingua peierante senza mente.
- Hercule
- Queste cose ti piaciono?
- Dionisio
- E quasi mi fanno insanire.
- Hercule
- Certamente sono dicaci, come anchora è di tuo parere.
- Dionisio
- Non mi habitare la mia mente, se tu hai la casa.
- Hercule
- E chiaramente mi paiono false cose.
- Dionisio
- E io per causa di ciò portando questo apparato, i son venuto à la tua imitatione, à ciò che mi dichi i toi hospiti, se havesse bisogno di quelli che tu havevi quando andasti a 'l cerbero. me li conterai donque, i porti, le botteghe di pistori, i cibi, i ripossi, le conversationi, i fonti, le vie, citadi, convivuij, hospitatrici, dove puochi cimesi ritrovanosi.
- Xanthia
- Nissuno ragiona di me.
- Hercule
- O furfante, hai ardimento di volerli andar anchor tu?
- Dionisio
- Non rispondere à questo, ma dimi la via, à ciò che prestissimamente ne possa andare di giu à lo inferno. e non me ne dire una troppo calda, e l'altra tropo gelata.
- Hercule
- Hor di quelli te ne dirò io la prima? e quale?