Vai al contenuto

Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/163

Da Wikisource.

LE RANE
ammacciassero lui, quando havesse udito la tromba. ma per Giove non faceva io le Fedre meretrici, ne le Stenebee, e non so dove mi facesse donna inamorata.
Euripide
Per Giove, che non havevi niente di Venere.
Eschilo
Nanche ne ricerco. ma in te e ne i toi n'è troppo assai. però t'hà sbattuto di sotto.
Dionisio
Per Giove è cosi, che di quello che hai fatto à gli altri ne sei stà punito.
Euripide
Et che offendono la citade le mei Stenebee ò infelicissimo?
Eschilo
Che hai persuaso i generosi e le generose donne à bever cicute, vergognatesi per i toi Belleforonti.
Euripide
Et se non hò io composto tal cosa circa le Fedre?
Eschilo
Per Giove. ma bisogna scacciare un mal poeta, e non l'addure nel'insegnare à fanciulli maestro, è buon ciascuno che sa dire, ma crescendo quelli, noi poeti gli insegnamo cose buone e utili.
Euripide
Se dici tu li Licabeti, et le grandezze d'i Parnassi, questo è buono? che bisogna dirlo humanamente?
Eschilo
O infelice è di necessitade usare grandi intelligentie e sententie ne le parole uguali, e altramente è l'honesto i Semidei usare magiori parole, però usare veste anchora molte piu atte, e belle de le nostre, le quali dimostrava io, e tu le hai destrutte.
Euripide
Facendo che?
Eschilo
Hai vestiti i signori de vili vesti che parino miseri e poveri à gli huomini.