Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/501

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LE CONGREGANTI
V.
Hor te’l dico, è apparso à le donne, se un giovane piglia una giovane, non è lecito che egli la chiavi, nanti che prima ei sedazzi una vecchia. e se’l non vuole prima chiavarla ricercando una giovane è concesso à le vecchie donne pigliarlo e strassinarlo ne la camera sua.
G.
Oime che hogi son assassinato.
V.
Bisogna obedire à queste nostre legi.
G.
Che serà poi, se un citadino ò amico mio venendo mi liberarà?
V.
Ma non è piu huomo nissuno, signore sopra mesura alcuna.
G.
Nanche vi è il pergiurio.
V.
Non bisogna che tu ti volgi.
G.
Mostrerò d’essere mercante.
V.
Tu pignerai.
G.
Che dunque bisogna fare?
V.
Che vieni quà à me.
G.
Et questa è la necessiità mia.
V.
La Diomedea.
G.
Getta quà prima del’origano, e rompe quatro viti e mettile su, piglia la corona, et mettili i vasetti, e una secchia d’acqua presso la porta.
V.
Certamente tu mi comprerai una corona.
G.
Per Giove, penso che prestissimamente dentro morirai con le tue cere.
Giovanetta.
Tu dove tiri costui?
V.
Faccio venir dentro il mio inamorato.