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Pagina:Aristofane - Commedie, Venezia 1545.djvu/69

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Soc.
Da chi sei poi tù debitore stato fatto smentichevole di te stesso?
Str.
La infermità cavalleresca m’hà consumato, insopportabile de’l mangiare. ma insegnami una de le tue parole, quella che niente paga ò rende. il pagamento poi che mi domandarai, ti giuro per i dei che te lo darò.
Soc.
Che sorte de dei giuri tù? per ciò che primamente istimiamo, che non gli siano dei.
Str.
Mò à chi giurate: giurate forsi à le cose di ferro, come si fà in Costantinopoli?
Soc.
Vuoi tù sapere le cose divine chiaramente, quali sono, et dirittamente?
Str.
Sì per dio Giove, se cosi è.
Soc.
Et diventar nebule ne’l dire, et esser simile à le nostre dee?
Str.
Sì pure.
Soc.
Sedi adunque ne la sacrata sedia.
Str.
Ecco, ch’io segio.
Soc.
Piglia adunque questa corona.
Str.
Perche causa la corona, oime Socrate? à che foggia non sacrificarete mè, come se fossi Atamante.
Soc.
Non. ma tutte queste cose à i principianti non facciamo.
Str.
Mò che guadagnarò io poi?
Soc.
Il dire tù diventerai, isperientia, bandiera, fior di farina, ma tien secreto.
Str.
Per Giove tù non m’ingannarai gia mè. però che