Pagina:Armanni - Gandino e il suo distretto, 1843.djvu/47

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vendola del pari, a quella permanente alla radice del monte da sera, sopra il Serio, a Casnigo vicino, esprimendosi; „che a certi misurati intervalli, o cala o cresce; ponendo all’asciutto, egli dice, un anello, o checchessia, l’acqua a poco a poco lo bagna, e tutto finalmente il ricopre, e si scopre di nuovo, e bel bello rimane all’asciutto. Se ti fermi ad osservar questo giuoco, il vedrai rinnovarsi e due e tre volte. Molte belle questioni propone il Plinio all’amico, per lo scioglimento del fenomeno, e fra le molte la seguente. Forse le leggi dell’oceano son le medesime, che quelle del fonte? E per la stessa cagione, che quello ora s’innalza, ora s’abbassa, eziandio questa fonticella, con alterna vicenda ora sgorga, e s’arresta? Non è meraviglia, se Plinio, e Licinio non abbian potuto spiegare l’arcano, a quei tempi, nei quali, le scienze fisiche non erano pervenute al quel grado, che ora lo sono. L’Amoretti nel suo viaggio da Milano ai tre laghi, pag. 271 272, dopo aver rigettate varie opinioni, e dell’abate Fortis, e di Monsignor Testa, sopra un tale argomento, si fa ad esponer la propria, che sembra soddisfare pienamente, o pare quella, che minori difficoltà rappresenta. Innanzi tratto, egli notò, che i movimenti dell’acque aveano una esatta relazione con lo spirare del vento; finchè cominciando su quei monti a spirare il ponente, verso la nona ora del mattino, a quell’ora eziandio incomincia a crescer l’acqua nella fonte, e questo crescimento può generalmente calcolarsi di tre in quattro ore. Simile interviene alla sera. Più cresce il vento, più si alza la fonte; l’aria è affatto placida, e la fonte punto non si altera. Or come fa egli il vento a produrre siffatte