Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/133

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— Sicuro.

— Ma gli è che Emilio credo che non dorma mai dalla parte del cuore.

— È segno che ne ha un’altra; — disse Teresa.

— Lo so... una donna maritata... ma penserò ben io a sbrigargliela d’attorno.


— ... E così — disse Teodoro — potremmo ottenere l’emancipazione della donna richiesta or ora da Teresa...


— ... E s’è accoppato? — chiese Niso a Gustavo levandosi da mensa.

— Pur troppo!

— Che cosa aveva?

— Che cos’avesse non so; ma una sera pensò bene di gettarsi dalla finestra del terzo piano e di sfracellarsi la testa sul lastrico della via...

— Chi era?

— Temistocle... un certo Temistocle — rispose Gustavo — un giovine che sarebbe stato degno di far l’ottavo... fra cotanto senno.

E mostrò a Niso i compagni ch’erano tutti ubbriachi.

— Ebbene raccontami la storia di Temistocle. S’egli s’è gettato dalla finestra è degno di essere rammentato negli annali della scapigliatura.


Si sedettero su un sofà e in mezzo al frastuono che li circondava Gustavo cominciò: