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CAPITOLO OTTAVO.
La rivale di Noemi.
— Dio salvi i sette da ugual fine! — sclamò Niso levandosi insieme a Gustavo dal sofà, su cui la mesta ricordanza del povero suicida li aveva tenuti per poco disgiunti dal resto della compagnia.
Guardò l’orologio; andò verso una parete della camera su cui stava appiccato un cappellinaio; staccò il proprio cappello dalla caviglia, e voltosi ai compagni, i quali dopo la levata da tavola avevano cessato di parlar tutt’insieme, disse:
— Belle dame e prodi cavalieri, ho l’onore di salutarvi, e di lasciarvi ai vostri amori ed alla vostra digestione. Voi sapete il mio voto. Mezzanotte sta per suonare. A rivederci domani.
A queste parole si levò qualche voce, con un oh! di rimprovero contro quel cattivo esempio di partenza. Ma quell’oh! fu coperto dai “buona notte”