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care tutte le speranze e le illusioni della sua vita desolata. Una fredda disperazione gli invadeva il cuore e vi faceva un vuoto tremendo. Che cosa gli restava al mondo? Un amore impossibile, un’intollerabile rimembranza, un supplizio senza fine...
— Meglio è morire! — diss’egli; e già stava per cercarne il mezzo, quando a un tratto un colpo di fucile, e un frastuono di armi, di grida, di evviva e di bestemmie, che gli giunse all’orecchio dalla via, gli fe’ alzar vivamente il capo e tender l’orecchio. Alla prima fucilata ne tien dietro una seconda, e una terza... Emilio balza in piedi; corre alla finestra; ne spalanca le imposte, guata verso la parte donde ascolta venire quel rumore di guerra, e vede passare, giù lungo il corso, attraverso lo sbocco della sua deserta contrada, una frotta di soldati austriaci cacciati a furia da un drappello di popolani armati di stili e di sciabole.
In questa, ecco il primo squillo d’una campana vicina, seguito da una tempesta di rintocchi affrettati, che si spandono nell’aria tranquilla, come un suono di minaccia e di pericolo.
— Campana a martello! — sclama Bartelloni che s’era levato anch’egli, e s’era messo alla finestra a fianco di Emilio — Che vorrà mai dir ciò?
Il giovane, che, immerso nel dolore della sua privata sciagura, aveva tutto dimenticato, si ricorda ad un tratto d’ogni cosa... e volgendosi al suo tutore colla fronte raggiante e gli occhi infiammati:
— È l’ora! — sclama — Benedetto chi ne ebbe