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Udendo il grido che mandò il ferito dietro di sè, il minacciato volse il capo, e presso il Croato che cadeva a terra, vide Emilio da cui era stato salvato e riconoscendolo:
— Ah tu pure! — grida — Viva i sette! Io ti aspettava. Viva Emilio!
E con un sublime sorriso si volse nuovamente a combattere.
Era Niso Piertini.
I Tedeschi, quantunque tre volte più numerosi, non vedendo arrivar alcun soccorso, cominciarono a gettare le armi e a fuggire.
Emilio e Niso animando i combattenti compagni si diedero a inseguirli; parecchi ancora ne trucidarono alle spalle; a quelli che si volgevano, cadendo in ginocchio e chiedendo grazia, toglievano l’arma, poi li scannavano miseramente sul posto. Era in essi un delirio di strage...
Così inseguendo i fuggiaschi arrivarono sulla piazza del Castello. Appena che i Tedeschi videro quelle mura di salvezza levarono alte grida unanimi per chiedere soccorso; ...ma non avevano dato dieci passi sulla spianata che un altro drappello d’insorti uscì correndo da una contrada laterale, e gettandosi fra essi e la porta del forte, precluse loro lo scampo. Alcuni s’arrestarono, e sopraggiunti da quelli che li inseguivano colla punta delle armi ne’ fianchi, lasciarono sul luogo la vita; gli altri si sbandarono nella vasta piazza.