Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/84

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Perfino alla riputazione Noemi non pensava più. Si sentiva come fiera di poterla immolare dinanzi al suo amore; e talvolta le prendeva quasi una vertigine e una smania di svelare a tutti il suo fallo...

Ma dopo due soli mesi erano incominciate le lagrime.

L’inesplicabile carattere di Emilio portava i suoi frutti. Dai più fervidi trasporti di passione era capace a un tratto di diventar il più distratto od il più agghiacciato degli amanti.

L’impero di Noemi era stato troppo breve! La sventurata cominciava già a soffrire.

Un giorno, dopo sei lunghi dì che non l’aveva veduto, quella sventurata donna, sentendo di non poter vivere un minuto di più se non si decideva a sapere cosa fosse accaduto di lui, andò a casa sua.

Ormai ell’era a tale che il resistere ai moti della sua passione le era divenuto impossibile. La sua stessa bontà la perdeva. Non sostenuta dagli altri principii, che rendono forti e virtuose quelle donne, che al disopra d’ogni cosa mettono il rispetto della propria riputazione, la stessa bontà istintiva di quell’anima poco educata, contribuiva a precipitarla.

La poverina, pensando forse che non poteva farsi perdonare il suo fallo che coll’intensità, e la eternità del suo amore, provava una specie di folle voluttà nell’andar agli estremi.

Triste cosa a dirsi!

Se Noemi fosse stata meno appassionata; se come