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188 IL GIRO DEL MONDO IN UN MESE

Atto III: attenzione vivissima ed intensa commozione; alla fine dell'opera cinque chiamate unanimi al maestro Puccini ed agli interpreti.

Si giudica protagonista perfetta come attrice e come cantante la signorina Farneti, alla quale vengono fatte grandi ovazioni. Elegante Pinkerton il signor De marchi ed ottimo Console il signor Scandiani: degni di lode tutte le altre parti. Il maestro Panizza concertò l'opera e la diresse con efficacia ed accuratezza grandi. Buona la messa in scena.

— Settima giornata di corse al galoppo a Nizza, particolarmente interessante per il premio del Principe di Monaco — lire 10,000, metri 3500 — vinto dopo una bella lotta da Burlingame (61 1/2 Piggott) di Jean Stern.

— Il Duca degli Abruzzi parte per l'arditissima ascensione del “Gigante d'Africa„ il Kollima Nidjaza, che sorge presso il lago Nyanza.

— Ultimo concorso di pattinaggio a Saint-Motitz: assiste il principe Adalbert di Prussia, che ivi soggiorna per una cura invernale.

— Al Garrick Theatre di Londra prima rappresentazione della commedia nuovissima in tre atti, Brothers Officers di leo Trener, che ebbe un bel successo interpretata dal valentissimo attore Bourchier.

25. — Il Matin dice che il Governo francese ha deciso di offrire un regalo a Miss Alice Roosvelt in occasione del suo prossimo matrimonio. Il regalo consisterà in un magnifico tappeto dei Gobelins, una vera meraviglia artistica. Il ricco tappeto sarà spedito fra pochi giorni.

— Il primo treno normale viaggiatore nel tunnel del Sempione, partito da briga stamane alle 8,56, giunge ad Iselle alle ore 9,35, accolto da evviva, mentre tuona il cannone.

— Al Théâtre du Capitole di Toulouse prima rappresentazione dell'opera nuovissima del figlio del direttore del Grand Opéra di Parigi, M. Gailhard, Amaryllis, un breve idillio pastorale.

— Al His majesty's Theatre di Londra prima rappresentazione del nuovissimo dramma in quattro atti, in versi, Nero di Stephen Phillips — grande successo che va equamente ripartito tra il drammaturgo, lo scenografo Hartler, il metteur de scène Beerbohm Tree ed il compositore della musique de scène Colreidgne Taylor. — In nulla e per nulla il soggetto deriva da quello di Cossa; si comprende, invece, come Philips abbia ben meditato quello di Hamerling. — Esecutori splendidi: mrs Tree (Agrippina), Miss Collier (Poppea), M. Tree (Nerone), Esme percy (Britannico), Fiser White (Seneca), W. Somerset (Tigellino). Nero di Stephen Philips sarò il grande, persistente e meritato successo dell'annata.

26. — All'Opéra di Nizza prima rappresentazione dell'opera nuovissima, William Ratcliff, riduzione da Heine di Gramont, musica di Xavier Leroux: il geniale e già celebrato autore di Reine Fiammette si afferma operista di polso, avvivato da varia e copiosa onda melodica.

— Ribot e Maurizio Barres sono eletti a membri dell'Accademia francese, in sostituzione del Duca di Andelfret Pasquier e del poeta Heredia.

— Un incendio distrugge completamente il teatro alla Scala di Anversa. Due soli pompieri sono stati appena leggermente feriti. incendio pacifico!

— A Cambridge Sarah Bernhardt recita Fedra di Racine e gli studenti le presentano una medaglia d0oro quale in U. S. A. non si usa presentare che ai personaggi più eminenti.


27. — In Milano, alla Casa di Riposo per Musicisti, fondata da Giuseppe Verdi, si commemora alle 10 del mattino il V anniversario della morte del Grande maestro. Durante l'ufficio si eseguiscono mirabilmente tre brani di musica verdiana, nei quali tutto si estrinseca quel genio universale. Al principiare della Messa il coro della Scala, accompagnato dal quintetto d'archi e dell'harmonium, produce profonda impressione eseguendo il De Profundis, nel quarto atto dei Vespri Siciliani. Quindi le signore Crestani e Ferrari intonano l'Agnus Dei della Messa da Requiem unitamente al coro ed al quintetto. Al finire della messa il coro e lo stesso quintetto d'archi eseguiscono il primo brano della Messa stessa, cioè il Requiem æternam. Superfluo soggiungere che tale esecuzione, diretta concorrendovi oltre il coro e le prime parti d'archi del teatro alla Scala, il maestro Bognetti all'harmonium. La breve e mestissima cerimonia lascia un'impressione di calma e tristezza e di ammirazione vivissima fra gli intervenuti.

L'oratorio della Casa Verdi non permette di estendere gli inviti, tuttavia fra coloro che vollero colla loro presenza rendere ancora omaggio al grande Italiano, notiamo l'assessore Della Porta in rappresentanza del Sindaco; il duca Uberto Visconti di Modrone in rappresentanza del teatro alla Scala, il maestro Breton, direttore del Conservatorio di Madrid, il maestro Gallignani, direttore del Conservatorio di Milano, donna Giuseppina Negroni, le famiglie Ricordi, Origoni, il comm. Cambiasi, la rappresentanza della Associazione Teatrale di M. S. Giuseppe Verdi, e molte altre notabilità cittadine. Con squisita cortesia accolsero gli invitati il Presidente del Consiglio d'Amministrazione e il segretario, avv. Seletti ed avv. Campanari, oltre i signori consiglieri.


— A Milano, teatro alla Scala, va in scena la Traviata riportando trionfo che ben si può dire indescrivibile. non diremo della meravigliosa opera che il maestro Verdi componeva in soli 18 giorni mentre completava l'istrumentazione del Trovatore, che doveva andare in scena a Roma nel gennaio 1853. Non diremo del fascino che le melodie cosparse a piene mani in questo dramma umano esercitano tuttavia sugli uditori, appena che una esecuzione solo discreta permetta di ammirare così splendide gemme. Ma alla nostra Scala l'esecuzione superò ogni più grande aspettativa: l'esecuzione individuale, l'allestimento scenico concorsero a formare tale sublime spettacolo che forse mai più si potrà altra volta concretare. Certamente dobbiamo innanzi tutto parlare della signora Storchio cui incombeva una grandissima responsabilità sia per l'importanza della parte, sia per i tradizionali successi di altre celebri interpreti; ma la signora Storchio tutte le ha superate, in quanto che se anche in alcuni brevissimi momenti l'ansia di una prima sera così importante le toglie lo squillare della voce, ella fu tuttavia in ogni frase, in ogni canto, in ogni recitativo, in ogni interpretazione scenica, la più vera, umana e straziante Violetta che mai sia apparsa sulle scene. Il dire che il tenore signor Sobinoff ed li baritorno signor Stracciari sono degni compagni, è il priù grande degli elogi che si possa fare a detti artisti, né a minore altezza giunge l'orchestra e il coro. La prima, sotto la direzione del Mugnone, ha accenti di commozione, coloriti perfetti i quali subito s'impongono, così per acclamazione universale si fa ripetere il primo preludio, come di poi si vuole la replica di quella dell'ultimo atto. Tutto è a lodare nell'interpretazione dell'orchestra, ma soprattutto riesce addirittura meraviglioso il modo con cui viene eseguita la scena del giuoco, il seguente agitato fra Violetta e ALfredo, nel quale anche gli artisti hanno sommessi accenti di una verità impressionante e il finale di questo atto. E lode completa merita pure la massa corale istruita con quella esattezza e quella fusione di voci che per merito del suo maestro Venturi la fanno oramai la prima del mondo. Quanto alla messa in scena possiamo sbrigarci in poche parole dicendo che è addirittura stu-