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202 ARS ET LABOR

parleremo in seguito Colonna ed un altro, il cui nome mi sfugge.

Re dell'inferno è Francesco II (lo avesse collocato almeno nel limbo, ché tanto lo meritava!), e come circondato! nientemeno, dalle due corti: la propria e quella pontificia. Adorabile, poi, quel demonio che rosola, infilato allo spiedo, un manipolo di briganti calabresi, i quali facevano parte delle due corti, come si sa. E quanti altissimi personaggi borbonici, a destra; mi par di riconoscere Ajossa e Cotrofiani.

Che abbia messo Dèlfico nel libro purgatorio, non c'è bisogno vi spieghi.

Ma più grazioso di tutti è il gruppo di Napoleone III portato dall'Angelo, che suona la trobettina dei bimbi, e pensa: «Oh, costui dove diamine debbo andarlo a cacciare?!!!» Spiritosissimo, se si ricorda quanto sembrava (ed era, ohimè!) opportunista ed equivoca la politica dell'Imperatore de'Francesi, quanto interessato il suo aiuto all'Italia.

11. — sorprendente gioco su di un taglio di coltello (chi cade non si alza più).

E mi duole assai che lo spazio mi vieti di riprodurre altre simili «popolose» composizioni; ad esempio, il Lunario in sei tavole grandiose, pel 1861!

ii. Ancora una caricatura politica per mostrar la sveltezza elegante del disegno e la graziosità della trovata, insieme con la naturalezza tipica dei personaggi.

Guardate colassù, sul taglio del coltello, il Vaaticano che sta per cadere, l'Ungheria, che ferma, ritta, dà il calcio all'Austria (figurina che oggi torna di moda, a quanto pare!); giù, tra i caduti del coltello, «Canepone» a pancia all'aria e «Francischiello» che fa sangue dal naso. E quei due che ridono di così gran cuore? Garibaldi e Napoleone III.

(Continua).   Amilcare Laurìa