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LA FIGLIA DI LADY ROSE 215

ssa si lasciò aiutare da lui al momento di sbarcare. Alla ferrovia e Mi la collocò vuoto e salì egli stesso in un altro scompartimento.

Mentre le camminava a fianco a Victoria station, essa gli disse:

— Le sarò grata se vorrà avvertire Evelyn del mio ritorno.

— Vado subito.

Essa si fermò bruscamente, e Jacob vide che leggeva uno degli avvisi dei giornali affissi il giorno prima.

In testa alla lista di notizie si vedeva: «Stato critico di Lord Lackington».

Senza sapere fino a che punto essa lo autorizzava ancora a parlare, egli non potè a meno vedendo il suo pallore e la sua spossatezza, di offrirle nuovamente i suoi servizi.

— È troppo presto per andar ora a prendere notizie — diss’egli con dolcezza. — L’orologio

della stazione segnava le 6,15. — Ma appena sarà possibile, se lei me lo permette, porterò il bollettino della notte a casa sua.

Julie esitò.

— Deve riposare, altrimenti non avrà la forza di curarlo - proseguì Jacob nello stesso tono riservato. Se pero lei preferisse un altro messaggero....

— Non ho nessuno. — E si portò una mano alla fronte, in muta e incosciente confessione della sua debolezza.

— Allora, lasci fare a me — diss’egli.

Essa gli sembrava troppo stanca per essere capace di consentire o di rifiutare. La mise in un cab, dando l'indirizzo al cocchiere. Essa lo guardò titubante, ma egli non osò stenderle la mano Dal suo ceruleo occhio le lancio uno sguardo acuto, supplichevole e triste, si levò il cappello e disparve.


CAPITOLO XX.


— Jacob — cosa vi riconduce così presto?

La Duchessa entrava correndo, graziosa e minuscola nel suo abito da mattina di panno bianco e celeste, e preceduta dal suo cagnolino che le saltellava attorno.

Delafield le raccontò:

— Vengo a dirvi che ho ricevuto ieri il vostro telegramma, e che nella serata, per un caso stiano e fortunato, ho incontrato la signorina Le Breton a Parigi.

— Avete incontrato Julie a Parigi? — esclamò la Duchessa.

— Si, era venuta a passarvi un paio di giorni con degli amici prima di recarsi a Bruges. Le ho comunicato la malattia di Lord Lackrington, ed essa è ripartita subito per l’Inghilterra, foa traversata è stata pessima, ed ella era molto stanca e accasciata. Sono tornato "con lei nella speranza di poter esserle utile.

— Julie era a Parigi? — ripetè la Duchessa come se non avesse inteso altro che queste parole. 1 suoi occhi azzurri, così grandi in quel visino irregolare, cercavano quelli di suo cugino, sforzandosi di leggervi dentro.

— Essa aveva modificato improvvisamente i suoi progetti, ed è un miracolo infatti che io 1 abbia incontrata.

— Ma come?.... ma dove?

— Oh! non vi è tempo di entrare in dettagli — rispose Delafield con impazienza. — Ma sapevo che sareste felice di apprendere il suo ritorno, dopo il vostro telagramma d’ieri. E sono stato a prendere notizie dell’ammalato. Vi è un leggiero miglioramento.

— Avete visto Lord Uredale? Gli avete parlato di Julie? — chiese la Duchessa vivamente.

— Non chiesi che le notizie alla porta e portai il bollettino a Mademoiselle Le Breton. Cercate voi di parlare a Uredale! Suppongo lo avrete visto ieri!

— Certo — disse la Duchessa pensierosa. — Oh ieri fu una scena strana, vi accerto. Lord Lackington aveva allora rivelato loro l’esistenza di Julie. Se li aveste visti!

— Chi, i figli?

La Duchessa assentì.

— Non garba loro gran che, e rimasero lì duri come pali. Ma faranno ciò che è giusto. Hanno compreso subito che bisognava provvedere per Julie. E quando egli chiese di lei, mi dissero di telegrafare, se potevo scoprire ove si trovava. Infine! Di tutti i casi straordinari....

La Duchessa s’interruppe, guardandolo ancora con aria singolare e rossa in viso. Ma Delafield non vi badò. Camminava avanti e indietro, visibilmente preoccupato.

— Se la conduceste voi là? — diss’egli fermandosi davanti a lei.

— A St. Jame’s Square? — Cosa avete detto a Julie?

Che egli stava un po’ meglio — e che voi andreste a trovarla.

(Dall'inglese)   (Continua)