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Pagina:Arturo Graf - Le Danaidi.djvu/134

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122 CONSIGLI A UN PORTA GIOVANE XII. Dante amò Beatrice e l’immortale Canto di Maro e la Città del Giglio; Ebbe per sua leanza onor d’esiglio, E il pan conobbe che più sa di sale. Dell’amor, del dolor fattosi scale, Tra speme lunga e prossimo periglio, Transumanò suo cuore e suo consiglio E al pugnato destin si rese eguale. Come un forte metal, flessile e terso, La parola temprò, scolpì l’inciso. Dedusse in lama il martellato verso. Poi vasto, vario, indomito, preciso, Descrisse fondo a tutto l’universo E la gloria svelò del paradiso.