Pagina:Arturo Graf - Le Danaidi.djvu/162

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150 ALLA ROSA ALLA ROSA Tenera figlia dell’aurora, è questo Il tuo felice e fuggitivo tempo. Spanditi, fulgi! Assai la terra nutre Vaghi, superbi, venturosi fiori: Tu sola regni: oh, così bella e gaja! Così focosa e vereconda! Il cielo Alla terra t’invidia e di lucenti Rugiade il grembo verginal t’imperla. Ride in te primavera; in te s’incarna, Vita del mondo, amor: non ha natura Di te più dolce e più leggiadra cosa. Lascia che di tua vista io gli occhi afflitti E l’inquieto desiderio appaghi. Tanto chiedo e non più, morbida rosa. Sacra tu sei. Non io dal verde stelo Con empia man ti strapperò; non io In picciol urna di contorto vetro, Ove poc’acqua inanimata stagni,