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xxiv Ascensioni umane

solo indizio della esistenza di un Potere che perdona. Esso è però importante. L’uomo che perdona, se riconosce una Divina Mente autrice dell’Universo, non può credere ch’Essa pure non perdoni. Nemmeno può negare, tuttavia, la inflessibilità delle leggi che ogni cosa governano intorno a lui, che mai non perdonano. Il «sì» del suo sentimento e il «no» delle cose si urtano nel suo capo. Io mi figuro quest’uomo che, disperato di sciogliere l’enigma, siede stanco nelle tenebre. Passa il vento di uno Spirito, passa una dolce, profonda, sovrumana Voce che dice: «Tu cui la vita è grave, tu che soffri, vieni a me. Vieni a me, tu che non comprendi l’amore. Vieni a me, tu che mi hai disconosciuto, tu che mi hai offeso, tu che mi neghi ancora. Vieni, che io ti perdoni, che io ti ami, che io ti prenda nel mio regno.»

L’uomo si alza piangendo e va.

Valsolda, 15 Settembre 1898.

Antonio Fogazzaro.