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S. Agostino e Darwin 9


La inconciliabilità del dogma cristiano della Creazione con la dottrina evoluzionista è predicata, come un osservatore imparziale facilmente noterebbe, dagli scienziati più lontani dal Cristianesimo e dai credenti più lontani dalla scienza, cioè da coloro che poco conoscono almeno una metà della materia di cui ragionano. È uno strano accordo fatto di odio da un lato, di terrore dall’altro. Dal lato della scienza irreligiosa l’odium antitheologicum ha turbato parecchi pensatori più misurati del Vogt, al quale parve probabile che gli apostoli offrissero nella struttura del cranio spiccati caratteri scimmieschi1. Haeckel, impetuoso discepolo di un prudente maestro, sebbene dichiari che la Creazione, in quanto significa origine della materia dal niente, non può essere oggetto di considerazioni scientifiche, subito soggiunge che la materia è dalla scienza giudicata eterna, esclude il concetto teleologico dell’Universo, e a proposito di evoluzione mette in campo i Papi e la gerarchia2. Riconosce nel racconto mosaico due grandi e fondamentali idee comuni ad esso e alla teoria evoluzionista, ossia l’idea di differen-



  1. Vogt, Vorlesungen über den Menschen. Vedi Mivart, Genesis of Species, Introductory.
  2. Haeckel. Natürliche Schöpfungsgeschichte, Cap. ii.