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fossero diventati giraffe. I francesi la seppellirono ridendo e, come avviene nei semi, ciò che ne doveva morire morì, ciò che n’era vitale mise invisibilmente radice. Altri germi della stessa idea erano stati sparsi altrove per opera di altre mani. Geoffroy St.-Hilaire battendosi con Cuvier gittò quasi un grido di riscossa ad alleati lontani, e fu Goethe che rispose per tutti così: «Siamo più di cinquanta in Germania che abbiamo lavorato e lavoriamo per la stessa vostra causa, i tedeschi hanno bisogno di pensare che tutti gli esseri sono collegati genealogicamente fra loro. Io medesimo mi trovo avanti a molti su questo terreno, avanti a Camper, avanti a Blumenbach, con una importante scoperta. Peter Camper, colpito e turbato della stretta parentela anatomica della scimmia e dell’uomo, aveva creduto trovare il più importante carattere specifico della scimmia in un osso della mascella superiore, l’os intermaxillare, mancante secondo lui nell’uomo. Io ho trovato e dimostrato che quest’osso esiste anche nell’uomo».

Così parlò Goethe che con altri lampi della sua mente sovrana illuminò il cammino alle idee evoluzioniste, indovinando nei vari organi delle piante la trasformazione della foglia, e nel cranio dei vertebrati la trasformazione della vertebra. Noi che cerchiamo di smuovere tanta gente dalle opinioni