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ATENEO VENETO

Anno CXXXI - Novembre - Dicembre 1940 XIX - Vol. 127 - N. 11-12


DISCORSO

ALLE GERARCHIE DEL FASCISMO

NEL V° ANNIVERSARIO DELLE SANZIONI

18 NOVEMBRE 1940 - XIX


Camerati!

Voi comprenderete che non a caso ho scelto questa giornata per convocare a Roma le Gerarchie provinciali del Partito. È una giornata di vittoria per l’Italia fascista, di disfatta per la coalizione societaria dei 52 Stati assedianti.

Il 18 novembre del 1935 appare come una data decisiva nella storia d’Europa. È il primo e ultimo tentativo d’assalto in grande stile sferrato dal vecchio mondo, rappresentato nei suoi egoismi feroci e nelle sue ideologie superate dalla Società delle Nazioni, contro le nuove forze europee, giovani e rivoluzionarie, rappresentate dall’Italia e dalla Germania. Da quel giorno, ha inizio la separazione, l’antitesi, la lotta che doveva, dopo i compromessi di Monaco, accettati dalle democrazie al solo scopo di guadagnare tempo, sboccare nella guerra dichiarata dalla Francia e dalla Gran Bretagna contro la Germania.

Non bisogna mai dimenticare che l’iniziativa della guerra è partita da Londra, seguita con un intervallo di poche ore da Parigi.

Affermo solennemente e senza tema di essere smentito, nè oggi nè mai, che la responsabilità della guerra ricade esclusivamente sulla Gran Bretagna.

La pace poteva essere conservata, se la Gran Bretagna non avesse, con la supina complicità della Francia, iniziato, invece della costruttiva revisione dei trattati, una politica di accerchiamento fatta, non allo scopo di lasciare ai polacchi la tedeschissima Danzica, ma allo scopo di abbattere la rinascente potenza politica e militare della Germania.

La pace poteva essere salvata se l’Inghilterra non avesse rigettato tutti i tentativi di avvicinamento compiuti dalla Germania, la quale si era spinta a firmare un Patto Navale che le faceva una situazione di netta e permanente inferiorità.

La pace poteva essere salvata anche nelle ultime ore dell’agosto 1939, se l’Inghilterra, sotto la pressione dell’Ambasciatore polacco che si era recato al Foreing Office alle 23 del giorno 1° settembre, non avesse avanzato, per aderire alla conferenza proposta dall’Italia, una