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124 Atlandide


Bubbola è detto, e di sì bel portante
     Su le groppe ei si reca il suo maestro,
     Ch’è inver peccato ch’abbia uman sembiante
     Un che a fare da bestia è così destro;
     Ben talor fa il bizzarro e l’arrogante,
     E minaccia spezzar barde e capestro,
     Ma perchè torni al natural riserbo,
     Basta mostrargli un po’ di biada o il nerbo.

Non appena si fu schierata in piazza
     Questa legion del Callo o della Morte,
     Con immenso fragor, con furia pazza
     Dell’Ateneo spalancansi le porte;
     E qual delle loquaci oche la razza,
     Schiamazzando vien fuor l’altra coorte,
     Che morir vuol, pur di restar fedele
     Ai due calli d’Ovidio ed alle mele.

Ablativo, baron del Polpettone,
     Comanda a questi intrasigenti eroi:
     Armi ei non ha, ma sopra un carrettone
     L’opere sue gli portano due buoi;
     Con queste in mischia o in singolar tenzone
     Egli è il terror degli avversarj suoi,
     Che gli basta una d’esse, anzi un sol tomo,
     A franger l’ossa e a stritolare un uomo.