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16 Atlantide


Ma ne’ suoi studj geniali assorto
    E dell’onesta povertà contento,
    Tal dall’anima sua traea conforto,
    20Che pensier non n’avea, non che sgomento;
    E nulla essendo a simulare accorto,
    Dava alle offese altrui novo argomento:
    Chè al vulgo turpe alle lusinghe avvezzo
    24È mortale velen l’altrui disprezzo.

Sopra l’ali del canto ergersi a volo
    E sgominar dei Numi il gregge inetto,
    Palese opporre, ancor che inerme e solo,
    28In pugne audaci ai prepotenti il petto,
    Dei vecchi errori saettar lo stuolo,
    Schernir feroce ogni più sacro objetto
    Della codarda ipocrisia civile,
    32Questa è l’opera sua, questo il suo stile.

E tale una profonda, intima fede
    Nel trionfo del ver l’anima gli arde,
    Che tutte intorno dileguar già vede
    36Del male e del dolor l’ombre infingarde:
    Ecco, d’ogni virtù la terra è sede;
    Ecco, amor vince l’anime più tarde;
    Ecco, mutato al suo raggio fecondo
    40In un fraterno sodalizio il mondo!