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Pagina:Atlantide (Mario Rapisardi).djvu/200

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200 Atlandide


Come pigri papaveri, le teste
     Piegano tutte sonnolenti e stanche,
     E lentamente in tardi gruppi inteste
     Gittan le simiglianti ibride branche;
     Latticinose pendono da queste
     Pesanti bacche dalle polpe bianche,
     Mezzo nascoste tra le foglie flosce,
     Quali in madido vel morbide cosce.

Quivi, non pria l’ardor natio sbollisce,
     Ogni deluso spirito si adima,
     E in corpo enorme ed in cotenne lisce
     Oblioso s’insacca e si concima;
     Quivi all’accidiosa ombra poltrisce,
     E il sonno è sua beatitudin prima;
     L’opera sola, a cui sudar gli tocca,
     È cogliere alcun frutto e porlo in bocca:

Opera faticosa, ond’ei più volte
     Il cielo invido accusa e la fortuna,
     Che far non volle, che senz’esser colte
     Caschin le frutta in bocca ad una ad una;
     Non senza protestar, che fra le molte
     Sarebbe la più grave opra quest’una,
     Se travaglio più duro e maggior pena
     Non fosse alleggerir l’epa già piena.