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36 Atlantide


Uomo al mondo non è, se un bieco nume
     Troppo nol muti e la ragion gli offenda,
     Che qual falena innamorata al lume,
     Per propria legge all’Ideal non tenda;
     Ma se crasso abbia il cor, turpe il costume
     Ed un’avara passion l’accenda,
     Qui torpido s’accoscia, e non che pago,
     Beato vive come porco in brago.

Come se per declivi, alti canali
     La putida costringi onda marina,
     I gravi semi ed i corrotti sali
     Pone scorrendo e sempre più si affina,
     Le torbide così menti mortali
     Restan qui, come sozze acque in sentina;
     Ma l’altre fuor da queste isole impure
     Corrono all’Utopia libere e pure.

Ancor parlava Edea, che un isolotto
     A poche braccia si trovâr vicino,
     Il quale, benchè il Sol fosse ancor sotto,
     Ben si scorgea, chè aperto era il mattino:
     Sul ciglion della spiaggia era un ridotto,
     Un gran palagio in vetta, indi un giardino;
     Una muraglia con torrazzi armati
     Doppiamente il cingea da tutti i lati.