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38 Atlantide

     
All’arrivar dell’inattesa prora
     Eresse il mostro diffidente il grifo,
     Spalancò le tre bocche, e mandò fuora
     Miasmi, ond’ebbe Esperio orrore e schifo;
     Anche colei che il guida e l’innamora
     Diessi a fiutar, non senza fare il nifo,
     Un’essenza ch’avea nella pezzuola
     Non so se di giaggiolo o di viola.

Gorgogliaron le aperte, avide gole,
     Che chiaviche parean sozze e profonde,
     E un intruglio di bava e di parole
     Ed altre defecâr materie immonde.
     Disse al giovane Edea: Se non si vuole
     Restar dell’altro a bada in su quest’onde,
     Subito mostra al minaccioso grugno
     La colma borsa, e se non basta, il pugno.

Poi che avara è così questa bestiaccia,
     Che nonostante la viltà natia,
     Non che cedere innanzi a una minaccia,
     S’avventerebbe addosso a chicchessia:
     Però cosa non è che dica e faccia
     Per la tua bella fronte o per la mia,
     Ma tutto in essa è calcolato effetto
     Delle due cose che testè t’ho detto.