Giungono in questi detti ai monte in cima,
Proprio di fronte alla dedalea mole,
E il giovane di fuor l’ammira prima,
Indi i recessi investigar ne vuole.
A prima giunta ei tutta aurea la stima,
Tanto essa splende e folgoreggia al sole,
Ma poi s’accorge, quanto più si accosta,
Che di strani elementi essa è composta.
Pur son così le parti sue fregiate,
Che di pari bellezza e pregio uguale
Non mai divina fantasia di vate
Ne finse o ne descrisse arte immortale:
Stupenda la diresti opra di fate,
Ma l’età non consente un pensier tale;
Ben si può dir, ch’ivi ogni pregio aduna
L’arte, il poter, l’astuzia e la fortuna.
Due fughe immense di colonne e d’archi
S’apron come ali a questo ed a quel lato,
E d’effigie di papi e di monarchi
Col brando in pugno è ciascun arco ornato;
Quattro obelischi ornan la piazza, carchi
D’armi e con sopra un cieco mostro alato;
Due fontane nel mezzo un fiume strano
Lanciano al ciel di caldo pianto umano.