Pagina:Attilio Brunialti - La vera democrazia.djvu/21

Da Wikisource.

la vera democrazia 19

qualche cosa per la giustizia, nulla per il benessere. Il noblesse oblige s’è quasi dimenticato, quando gli obblighi della nascita avrebbero dovuto estendersi alle altre nobiltà della ricchezza, dell’ingegno, della virtù, a tutte, insomma, le forze sane ed operose della società.

Accanto ai progressi della coltura, ai trionfi dell’arte, alle meraviglie della scienza, che ci entusiasmano, che ci accendono di nobile orgoglio, che ci destano audacie nuove, quanti altri fatti tristi, vergognosi, umilianti, che ci fanno salire al viso la vergogna, evocano sulle labbra l’imprecazione, ci suscitano nell’animo lo scoramento o il terrore! Quando correte la campagna romana in un tepido carro della ferrovia, o sorridenti e corteggiate amazzoni, gittate uno sguardo al bufalaro emaciato dalle febbri: che differenza tra lui e molti selvaggi dell’Africa, più fortunati, perchè natura prodigò loro i suoi doni? E dite, dite voi come possa vivere il montanaro delle mie prealpi, che non guadagna suppergiù nell’anno tante lire quanti sono i suoi giorni, mettendo assieme il lavoro di tutta la famiglia, che deve mantenere? Ed il bracciante della pianura che muore di pellagra, generando una prole anche più misera, predestinata alla miseria od al delitto; e quell’altro, che scende dall’Appennino nella maremma toscana o nelle piane di Sicilia, e curvo sui solchi maturi, sotto il sole canicolare, respirando la febbre, giuocando la vita, non guadagna abbastanza da saziare la fame; e il giornaliero, il piccolo proprietario che bestemmiando ad una patria matrigna, seguendo lusinghiere parvenze e bugiardi o fraudolenti allettamenti, emigra lontano lontano, lasciando ogni cara cosa, e mettendo per posta al giuoco disastroso la vita sua e dei suoi cari, e l’operaio della città, che deve combattere ogni giorno i mille allettamenti del vizio, gli eccitamenti dell’invidia, e soddisfare ai bisogni crescenti colla civiltà, mentre nella lotta fiera della concorrenza non aumentano di pari passo i salari; e la povera fanciulla, che messa a contatto cotidiano col lusso, nell’età in cui più forte parlano i sensi e tutto intorno è un inno d’amore, dee vivere onesta con una lira al giorno, quando non si tratta anche di centesimi?... Voi comprendete o signore, quanta materia combustibile per gli agitatori, per i nemici delle istituzioni, per coloro che cercano uno sgabello a sfrenate cupidigie, ad insane ambizioni, ed a nulla riusciti in una società che ancora ha la virtù di sprezzarli, ne vogliono trarre vendetta preparandone la distruzione, la rovina. E ancora non vi parlo delle miserie straordinarie, dei contagi, dei falliti raccolti, delle violenze della natura, che in ogni tempo diè prove nella penisola di sua ter-