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Pagina:Augusto Guerri-Artisti fiesolani-1911.djvu/8

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La sua maniera di dipingere è caratterizzata dall’evidenza del sentimento e dalla maestria del colore.

Nel 1409 guastatisi i Frati col Pontefice; furono costretti ad abbandonare quel Convento, e fra Giovanni lavorò a Cortona e poi nell’Umbria col Gozzoli nel Duomo di Orvieto ove si incontrò con Gentile da Fabriano; contatti di scuole, già avvenuti tra la Scuola Umbra e la Senese, che dovevano portare la fusione ed il perfezionamento dell’arte quale ebbesi con Raffaello.

Tornarono i Frati a S. Domenico di Fiesole nel 1418 ed ebbero nel 1436 il Convento di S. Marco di Firenze ove l’Angelico passò a dipingere nel tempo in cui Cosimo il Vecchio era Signore della Città ed il Papa Eugenio IV e l’Imperatore Greco trovavansi a Firenze pel Concilio.

Tutti l’ammirarono, tutti gli furono amici e vuolsi che a sua raccomandazione il Pontefice desse l’Arcivescovato a Sant’Antonino.

Chiamato a Roma da Papa Niccolò V, dipinse la Cappella nel Palazzo Vaticano e venuto a morte nel 1455 fu sepolto in S. Maria sopra Minerva ove vedesi ancora la sua lapide sepolcrale.

Rimangono di lui in Firenze una Crocifissione nella Regia Galleria, tre reliquiari in Santa Maria Novella, un gran trittico nella Chiesa di San Domenico di Fiesole con la Santa Conversazione, ed un Crocifisso nella sala del Capitolo dello annesso Convento ove egli stette ben quindici anni.

Nel Chiostro di S. Marco: un tabernacolo col Crocifisso e S. Domenico e le lunette ogivali al di sopra delle quattro porte; nella sala del Capitolo una grandiosa Crocifissione, vari affreschi nelle celle e tre pitture su tavola.

Scrisse di lui il Vasari: «Fu Fra Giovanni semplice uomo e santissimo e dei poveri grande amico. Potette esser ricco e non se ne curò, anzi usava dire che la vera ricchezza non è altro che il contentarsi di poco».

Mino di Giovanni nacque nel 1431 a Poppi in Casentino ed il Vasari dice di lui che «invaghito della maniera di Desiderio.... esercitò e andò dietro a quella, abbandonando e tenendo cosa inutile la imitazione della natura; onde fu più graziato che fondato nell’arte».

Sul libro delle Matricole dei Maestri di pietra e di legname, sotto il di 28 Luglio 1464 egli vien chiamato Mino di Poppi; nel Campione rosso di quell’arte è detto da Fiesole; nel tabernacolo del Battistero di Volterra è segnato Mino da Firenze. Si sa che