Pagina:Autobiografia di Monaldo Leopardi.pdf/10

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VI

a qualche articolo di giornale, ci mette subito i brividi addosso1, qui si discorre incidentalmente, e in quanto egli ebbe relazione col padre; e anche in ciò si son dette cose, per lo più, niente o poco conosciute, od almeno almeno si è procurato di non lavorare sulla falsariga altrui. La trattazione è soprattutto intorno a Monaldo. Se non altro c’è un po di novità; e in tempi in cui nel campo della letteratura è difficile imbattersi in qualche spiga che sia sfuggita alla falce de’ tanti e sì sollerti mietitori, e agli occhi e alle mani della turba infinita degli spigolatori che ci hanno preceduto, non è piccola fortuna essersi avvenuto in un cantoncello di terra poco men che vergine e intatta.2

Il libro è naturalmente diviso in due parti: Autobiografia e Appendice.3

  1. Non credo necessario avvertire che non intendo parlare di que’ valentuomini, non moltissimi invero, ma neppur pochi, i quali sul Leopardi hanno fatto o stanno facendo studî serî e profondi. Io dico di quella miriade di ragazzini (ragazzini d’età o d’ingegno, importa poco) che avendo sì e no lette, e Dio sa se ben intese, dieci pagine degli scritti del Poeta, vogliono subito impancarsi e farla da dottori ch’è una vera pietà: insetti molesti, della specie degli àcari, li chiamò bellamente un altro ameno ingegno, il Viani, che si appiccicano addosso ai grandi, fidando d’essere creduti quasi partecipi delle qualità loro.
  2. Di coloro che dissero qualcosa di Monaldo, si è toccato in una noterella a pagina 178. Chi più ampiamente, a mio parere, avrebbe potuto svolgere un tale argomento, era il ch. prof. Piergili. Ma egli, non so perchè, si contento di darne solo una breve Monografia nella Nuova Antologia. Il Piergili certo avrebbe fatto assai meglio che non abbia potuto e saputo io, e presso gli amatori delle cose leopardiane, che pur gli debbono tanto, si sarebbe acquistato un titolo di benemerenza maggiore, se ci avesse dato più vasto lavoro.
  3. È un’Appendice, a dir vero, curiosa alquanto: lunga molto più che l’Autobiografia. Quando vi posi mano, non mi pareva che la materia dovesse crescermi così abbondantemente tra via: se no, le avrei forse dato altro nome.